//L’uscita didattica all’Università Cà Foscari della 1^ C per il programma Scuole “Venetonight 2018”.

L’uscita didattica all’Università Cà Foscari della 1^ C per il programma Scuole “Venetonight 2018”.

di | 2018-10-16T10:51:43+02:00 14-10-2018 12:49|Alboscuole|0 Commenti
di D’Accordi Eleonora, Diop Aida, Mengo Allegra, Rosato Giulia (1^ C.) – Mercoledì 4 ottobre del presente anno scolastico 2018-19 si è effettuata la prima uscita didattica della Classe 1^ C, accompagnata dalla prof.ssa Micaglio Paola e dall’educatore Vallone Raffaele, per partecipare ad un percorso basato su diversi laboratori, istituito dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, con tema “L’Invisibile”. Tale incontro, per quest’anno, è stato organizzato per favorire uno scambio culturale gratuito tra ricercatrici, ricercatori e la popolazione veneziana per evidenziare il continuo lavoro che viene portato avanti dalle Global Challanges di Cà Foscari formate da gruppi interdisciplinari che svolgono ricerca d’avanguardia per affrontare le difficili sfide che sono ormai divenute globali e per cercare di dare delle risposte per il presente ma che sono anche rivolte al futuro. Il “tour” sviluppato in tappe diverse quali: “Area Percorsi, Area Mondi, Area Forze e Area Barriere”, ha coinvolto in maniera attiva e partecipativa i tutti gli alunni in vari laboratori per dimostrare come l’invisibile diventa visibile nella Scienza, nell’Arte, nella Letteratura e nella Cultura. Ad accogliere la Classe c’erano tre studentesse della facoltà di Chimica che, con molta competenza, hanno provveduto a dare inizio al percorso e a far conoscere le prime scoperte. Per la prima area la Classe è stata fatta avvicinare ad un tavolo da laboratorio sul quale, attraverso una dimostrazione pratica, si trovavano dei contenitori dove erano deposti dei componenti chimici e in particolare del glucosio -zucchero- con altre sostanze non tossiche. E’ stato spiegato che dall’acido citrico, contenuto negli agrumi, dopo averlo sciolto, macinato e diluito, appunto nel nel glucosio, si ottiene una sostanza di colore giallognolo nella quale si possono notare le nano particelle, e, dopo alcuni passaggi chimici, si può ottenere anche un inchiostro fluorescente non tossico che è visibile solo sotto la luce e in particolare con i raggi ultra violetti. Si tratta di una scoperta molto importante perché l’inchiostro presente negli evidenziatori, che oggi noi tutti utilizziamo, è tossico. Prima di congedarci le studentesse universitarie ci hanno anche detto che questa scoperta può essere utilizzata anche per marchiare le carni, o anche in ambito medico come “contrasto” utilizzabile nelle radiografie interne, e in altri campi. La Classe ha proseguito il percorso recandosi ad un altro tavolo dove erano stati disposti dei fogli aromatizzati. Le tre studentesse hanno spiegato che si trattava del laboratorio dei profumi. Erano presenti delle strisce di carta colorate sulle quali avevano precedentemente spruzzato dei profumi diversificati in base al colore. L’esperimento consisteva nell’annusarle e scriverci sopra, secondo ogni singola opinione, di che profumo si trattasse come ad esempio: il detersivo, il balsamo, lo shampoo e vari deodoranti. L’obbiettivo di tale laboratorio è stato quello di illustrare che le molecole dei profumi che maggiormente utilizziamo si disperdono nell’ambiente e sono altamente inquinanti e tossici e che addirittura uno di questi è stato ritrovato perfino in Antartide dove, per la difficoltà legata alle particolari condizioni climatiche, nessuna fragranza arriverebbe mai. Il terzo laboratorio visitato consisteva nell’esposizione di esperienza che era stata ideata da un papà che aveva ricercato il modo di far sentire le persone affette da sordità, come sua figlia. Dopo vari tentativi ha trovato la soluzione della “pedana per i sordi”: una specie di palchetto che trasmette delle vibrazioni, che è collegato ad un pc e ad una fonte sonora che può far sentire la musica e permette loro di ballare. E’ stato anche detto che la difficoltà per una persona sorda è la comunicazione. La domanda è: come possono comunicare tra loro? La risposta è che i sordi comunicano attraverso dei segni che producono con le mani e ce ne sono diversi per ogni lingua infatti anche nelle altre lingue i sordi comunicano con il loro alfabeto e con i loro segni perché ogni Nazione ha dei segni diversi. Uno degli esperimenti più interessanti, a parer nostro, è stato quello delle muffe e del mondo fungino, a spiegarlo c’era una professoressa dell’università che ha introdotto l’argomento ponendo l’attenzione sugli organismi viventi che si dividono in procarioti ed eucarioti. Gli unici procarioti conosciuti sono i batteri, mentre le piante, gli animali e i funghi, che consistono in muffe lieviti e funghi, sono gli eucarioti. La ricercatrice ha coinvolto la Classe facendo vedere le muffe al microscopio. Ha anche spigato che l’organismo più grande al mondo è una muffa, sotto terra, lunga circa 5 Km. Attraverso le capsule di Petri, che sono dei recipienti piatti e tondi dove, dopo vari passaggi chimici, si possono vedere le nascite e la proliferazione delle muffe. Ha inoltre coinvolto la classe scegliendo tre volontari per fare i detective ed essere presi come campione e prelievo per l’inserimento in alcuni tamponi che poi sono stati consegnati agli accompagnatori per continuare l’esperimento in Classe e inviare le relative foto dopo lo sviluppo delle muffe. L’esperienza successiva è stata quella più “moderna” che consisteva nel connettersi ad una specifica rete Wi-Fi creata dai ricercatori e di andare a cercare un sito.Il sito presentava e faceva scegliere un percorso tra alcuni giornali o siti importanti, nel momento in cui qualunque persona ne aprisse uno gli veniva simulato un attacco di hacker. Purtroppo per problemi di connessione di rete in quel momento non ci si riusciva ad entrare. L’ultimo esperimento è stato proposto come un gioco ma che in realtà è costato molta fatica a chi l’ha ideato, ma soprattutto non è stato creato come gioco ma per scopi medici. La dimostrazione consisteva in una gara di concentrazione che si evidenziava attraverso uno strumento che faceva innalzare su una pallina posta su di un piccolo piano scorrevole che la lo si poteva far muovere su di una corsia. Il movimento veniva dato attraverso le onde celebrali raccolte da dei caschi indossati e posti nelle vicinanze dei lobi. Due nostri compagni si sono posti uno all’opposto dell’altro e chi si concentrava maggiormente faceva muovere la pallina in direzione dell’avversario, vincendo. Per concludere: l’uscita didattica è stata un’esperienza molto interessante per tutta la classe, anche perché sono stati coinvolti nei vari laboratori tutti gli alunni e ci si augura che la prossima uscita avvenga al più presto.