di Irene Dei Rossi 1^ C. –
Nella mattinata dello scorso sabato 11 maggio, accompagnati dalla professoressa Micaglio, il professor Vallone e la guida WWF Sonia, abbiamo effettuato un’uscita didattica nell’oasi delle barene di Campalto.
Siamo partiti da Piazzale Roma e percorso via Orlanda che segna il confine tra terraferma e barena, dove nel 1791 i veneziani lo delinearono apponendo 100 ceppi marmorei.
La guida WWF ha spiegato che nel 1512 il fiume Marzenigo, che sfociava in questa zona, portava troppi detriti venne deviato perché minacciava di ostruire i canali utilizzati per il commercio della Serenissima con la terraferma.
Arrivati a destinazione abbiamo potuto ammirare la bellezza della barena che si presenta con una superficie piatta perché ogni 6 ore è livellata dalla marea che, oltre a sommergerla, porta però con sé molti rifiuti che inquinano l’ambiente.
Abbiamo potuto verificare, come detto dalla guida, che per l’intero ambiente risultano essere molto importanti i “ghebi”, cioè i piccoli canali che non fanno ristagnare l’acqua, e i “chiari”, ovvero i laghetti di acqua salmastra.
La flora della barena non ha un colore uniforme, le varie tonalità di verde indicano per quanto tempo la vegetazione è a contatto con l’acqua della marea.
Tra le piante abbiamo osservato la salicornia veneta che, come ci ha detto la guida WWF, è anche commestibile, e alcune specie alofite come il limonium e pulcinella palustre.
Lungo il percorso abbiamo rilevato degli alberi alloctoni cioè piantati dall’uomo per far trattenere il terreno che viene eroso continuamente, qualche ciliegio selvatico, alcuni alberi di noce e di fico e in alcuni punti c’erano anche dei canneti.
Tra gli animali che popolano questo territorio con fortuna siamo riusciti a vedere con il binocolo, l’airone cinerino, le garzette e molti altri.
La barena è un habitat molto importante anche come tappa per gli uccelli migratori che in questi luoghi trovano ambienti ideali per riposarsi durante la migrazione e per nidificare.
Questa esperienza nelle barene di Campalto mi è piaciuta perché mi ha fatto capire che la laguna di Venezia è un bellissimo ecosistema molto importante per tante specie di animali e piante.