//LUCIANO FLORIDI: IL PIU’ GRANDE FILOSOFO DELL’INTERNET È ITALIANO.

LUCIANO FLORIDI: IL PIU’ GRANDE FILOSOFO DELL’INTERNET È ITALIANO.

di | 2020-03-06T22:04:59+01:00 6-3-2020 21:47|Alboscuole|0 Commenti
di Roberto  Verazza- 1^ D- LUCIANO FLORIDI, il più grande filosofo del web parla di quarta rivoluzione che ha portato il mondo reale e quello virtuale a fondersi tra loro. Teatro pieno, pubblico pagante, fila fuori. Non capita spesso, per ascoltare un filosofo. Però Luciano Floridi, professore all’Università di Oxford, incarichi in organismi internazionali dall’Ue all’Unesco, consulente di Google e Microsoft, oltre tredici saggi all’attivo, è stato il primo a occuparsi di Etica del digitale ed è anche uno straordinario divulgatore e generatore di neologismi virali, come infosfera, quarta rivoluzione, iperstoria, e onlife. Durante la laurea ha studiato da classicista e da storico della filosofia. Si è occupato di diversi argomenti filosofici tradizionali, alla ricerca di una nuova metodologia, con l’obiettivo di riuscire ad avvicinarsi ai problemi contemporanei in una prospettiva che potesse costituire un arricchimento intellettuale nell’affrontare le questioni filosofiche dei nostri giorni. Luciano arriva ad Oxford vincendo un concorso per la tesi di laurea all’estero. Era un trafiletto sul giornale, trovato da sua nonna. Partecipò, vinse e scrisse la tesi fra le università di Oxford e di Warwick. Non ha subito desiderato di fermarsi lì. La tentazione di tornare in Italia c’era sempre, ma cercava risposte a tante domande che lo hanno spinto ad andare altrove, finché non ha trovato un ambiente in cui poteva lavorare e trovarle. Vinse un concorso a Bari, da associato di Logica. È stato lì per quattro anni, ma ha capito che era troppo tardi per rientrare e diventare ordinario, ed è tornato in Inghilterra. Da ragazzo studiava molto, egli stesso afferma che andava a dormire col libro in mano e si svegliava col libro in mano. Verso la fine degli anni ’80 Arrivò Internet Luciano era a casa con i suoi, a Roma, e dopo aver aperto il suo primissimo file iniziò a ripetere fra sé e sé che quella era una rivoluzione. Da quel momento dedicò molto del suo tempo a studi che lì per lì non importavano a nessuno. I primi di questi erano sulla disinformazione online: fake news. Erano appena iniziati gli anni ’90 e nessuno era in grado di comprendere il grande lavoro che portò Floridi a diventare uno dei pochi o forse l’unico filosofo dell’Internet. In seguito fu invitato dall’Unesco a Parigi, nel ‘95. Fece un discorso su Internet ai rappresentati di 196 Paesi. Oggi il suo lavoro si concentra in due aree di ricerca filosofica, la filosofia dell’informazione e l’etica informatica. Insieme a Jeff Sanders ha fondato e avviato il gruppo di ricerca interdipartimentale sulla filosofia dell’informazione ad Oxford, lavorato nella Humanities Computing e fondato e diretto il Sito Web Italiano di Filosofia (SWIF). Il filosofo Floridi spesso durante le sue conferenze parla di come siamo arrivati a vivere e lavorare letteralmente circondati da informazioni. Egli oggi sostiene che si è trattato di una quarta rivoluzione, analoga a quelle alimentate dal pensiero di Copernico, Darwin e Freud: La rivoluzione dell’informazione che offre una nuova, profonda comprensione dell’uomo, concepito come essere sempre connesso e costituito da informazioni, e dell’ambiente stesso in cui ci muoviamo, un ecosistema vitale e sociale che supera la divisione tra reale e virtuale. Partendo da questi concetti base Floridi scrive un libro intitolato “La quarta rivoluzione” nel quale ha coniato il termine “Onlife” per definire la condizione contemporanea di una sola vita vissuta in due spazi differenti, quello reale e quello digitale che risultano non sovrapposti ma capaci di influenzarsi a vicenda. In questo libro ha sviluppato diversi pensieri che indagano il rapporto fra identità e tecnologia, senso digitale sui social network e robotica.