DI: Fabiola Amata
In questi giorni, nonostante le rigide temperature, nelle nostre campagne si può ammirare la bellezza del mandorlo in fiore. Il mandorlo, infatti, è il primo tra le tantissimi varietà di alberi da frutto a far sbocciare i suoi profumatissimi fiori tra il tardo inverno e l’inizio della primavera. Forse pochi sanno che l’origine del mandorlo è legata a una leggenda molto cara in Sicilia, quella di Acamante e Fillide.
Fillide, figlia di Teseo e Fedra, si innamorò di Acamante, un giovane e valoroso guerriero acheo. Tra i due giovani sbocciò un appassionante storia d’amore, interrotta però dalla guerra di Troia, alla quale l’impavido Acamante fu chiamato a combattere. Dal giorno della sua partenza, Fillide, angosciata, scendeva in spiaggia nell’attesa del ritorno del suo amato. Passarono settimane, mesi, anni ma di Acamante nessuna notizia. Ormai certa che il suo amato fosse morto, Fillide morì di crepacuore. La dea Giunone, protettrice degli amori fedeli, la trasformò in un mandorlo spoglio. Trascorse un altro inverno e Acamante tornò dalla guerra e cercò in lungo e in largo Fillide, ma non riusciva a trovarla. Fino a quando, prima dell’arrivo della primavera, tra i rami spogli del mandorlo riconobbe la sua amata e disperato iniziò a piangere. Quelle lacrime fecero sbocciarono fiori bianchi con delle sfumature rosa, fiori di un’unica bellezza, come unico era l’amore tra Acamante e Fillide.
Ed è per questo che ogni anno la magia del mandorlo in fiore simboleggia la speranza, la fragilità, la delicatezza e l’amore eterno.