Il ritorno dei boschi
La vegetazione spontanea si riappropria delle aree abbandonate dall’agricoltura
Un castagno secolare, dato per spacciato, dopo un’energica potatura è rinverdito.
Corsi e ricorsi nella storia della vegetazione del Belpaese ce ne sono stati diversi.
Dopo la grande colonizzazione romana che lottizzò le terre migliori distribuendole ai legionari, le foreste risultarono in gran parte confinate nelle aree meno produttive. Ma già verso la fine del III sec. D. C., quando Aureliano si vide costretto, per il pericolo di incursioni barbariche, a cingere Roma di possenti mura, iniziò il riflusso dalle campagne. Così le foreste ripresero ad espandersi durante tutto l’alto Medioevo.
La seconda espansione agricola avvenne per opera delle abbazie, e l’arretramento delle foreste continuò durante il Rinascimento per la grande richiesta di legname indispensabile alle flotte marittime.
Pochi forse si aspettavano che, dopo la forte spogliazione del patrimonio boschivo italiano seguita alle guerre del secolo scorso e continuata con l’inurbamento dovuto all’industrializzazione, la tendenza spontanea a rinverdire prendesse di nuovo il sopravvento. Lo documenta un’inchiesta da poco conclusa che valuta sia stato del venti per cento l’aumento della superficie forestale in Italia rispetto al 2000.