//L’isola di Rodi

L’isola di Rodi

di | 2020-06-14T21:09:36+02:00 14-6-2020 21:09|Alboscuole|0 Commenti
Rodi è la più grande delle isole del Dodecanesonel mare dell’Egeo. È situata a circa 17,7 km dalle coste della Turchia. Storicamente, era famosa per il Colosso di Rodi, statua del dio Helios, una delle sette meraviglie del mondo antico. Oggi la città medievale è considerata patrimonio dell’umanità. Il nome deriva dal greco antico ῥοδον (rhodon), che significava «rosa», e ricorrente è la denominazione di Isola delle rose. La rosa è uno dei simboli di Rodi, frequentemente impresso sui conii delle monete. Altre figure rappresentative dell’isola sono il cervo, la cui statua domina il principale ingresso portuale, e di cui vari esemplari pascolano nei parchi, e l’ibisco, onnipresente fiore che decora ville e giardini. Secondo leggende popolari furono i cervi a liberare l’Isola dai serpenti. L’isola era abitata già nel Neolitico, anche se rimangono poche tracce di questa cultura. Nel XVI secolo a.C. i Micenei raggiunsero Rodi, e più tardi la mitologia greca farà riferimento alla stirpe dei Telchini di Rodi, associandoli a Danao, che era soprannominato Telchinis. Invasa dagli Achei nel XV secolo a.C., l’isola conobbe un periodo di sviluppo nell’XI secolo a.C., con l’arrivo dei Dori che costruirono le tre importanti città di Lindo, Ialiso e Camiro. Nelle Olimpiche di Pindaro si narrava che l’isola fosse nata dall’unione di Helios, dio del sole, con la ninfa oceanina Rodi e le città presero i nomi dei loro tre figli. Nel 408 a.C. le tre città si unirono per formare un’unica unità politica: si costruì perciò una nuova capitale nella parte settentrionale dell’isola, la città di Rodi. Dopo la morte di Alessandro, tre dei suoi generali (Tolomeo, Seleuco e Antigono) si divisero l’impero: Rodi strinse forti legami culturali e commerciali con i Tolomei di Alessandria per formare così la lega rodo-egiziana che controllò i traffici commerciali nell’Egeo per tutto il III secolo a.C.. La città divenne un centro marittimo, commerciale e culturale di grande importanza la cui moneta circolava per tutto il Mediterraneo. Le sue famose scuole di filosofia, scienza, letteratura e retorica rivaleggiavano con quelle di Alessandria. Nel 227 a.C./226 a.C. Rodi fu colpita da un rovinoso terremoto e l’isola, sostenuta dagli aiuti provenienti dal mondo greco, continuò nella propria politica marittima che la rese una tra le prime potenze del Mediterraneo, insieme a Cartagine. Nel 164 a.C. Rodi stipulò un trattato con Roma. Nell’isola giungevano i figli delle nobili famiglie romane per seguire le lezioni dei maestri di retorica. Inizialmente Rodi fu un’importante alleata di Roma, ma finì poi col perdere i privilegi acquisiti, tant’è che venne saccheggiata da Cassio. Fu cristianizzata da San Paolo e dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente appartenne per dieci secoli all’Impero bizantino. Successivamente fu più volte occupata dagli arabi. Durante le prime crociate, tra l’XI e il XII secolo, si hanno gravi atti di violenza da parte dei Crociati, lontani dagli ideali cavallereschi e da quelli cristiani. Il poco ordine dimostrato negli eserciti, la loro condotta e la difficoltà nell’organizzarsi, spinse alla nascita di ordini militari in cui i membri si imponevano di osservare il giuramento di castità, obbedienza e povertà, ma con il permesso di poter portare le armi. Ed è così che si crearono gli ordini monastico-cavallereschi in cui i principali sono: i Cavalieri Templari, i Cavalieri Teutonici e i Cavalieri Ospitalieri. L’ordine cavalleresco degli Ospitalieri è il più antico nel Medioevo, la sua nascita risale al 1050, quando dei mercanti dell’antica repubblica marinara di Amalfi costruirono una chiesa, un convento e un ospedale a Gerusalemme in cui curare i pellegrini. La chiesa venne dedicata a San Giovanni Battista , così nacque un ordine monastico «l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme», che aveva il compito di occuparsi della gestione dell’ospedale. Nel 1309 l’isola passò sotto il controllo dei Cavalieri Ospitalieri che furono perciò noti come Cavalieri di Rodi. Dal 1912 durante la guerra italo-turca, l’isola venne assegnata all’Italia con i trattati che posero fine alla guerra insieme alle altre isole dell’arcipelago. Nel 1923 la provincia di Rodi fu affidata a Mario Lago che riuscì a far convivere pacificamente le diverse etnie dell’isola, restaurando numerose opere monumentali, e costruendo infrastrutture e edifici pubblici In seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale e all’entrata dell’Italia nel conflitto, anche l’isola fu teatro di scontri bellici, i più violenti si verificarono nell’autunno del 1943, quando dopo la caduta del governo fascista e la proclamazione dell’armistizio l’8 settembre, vi fu l’inizio dei combattimenti fra le truppe tedesche e quelle italiane. Tra i monumenti che ricordano gli anni delle due guerre rimane il sacrario militare italiano, che accoglie 404 salme di soldati italiani caduti. Per secoli l’isola di Rodi ebbe un’importante comunità ebraica. Si trattava soprattutto di ebrei che erano stati espulsi dalla Spagna e che parlavano il ladino giudeo-spagnolo. Durante la seconda guerra mondiale, fino all’estate del 1943 Rodi rimase sotto il controllo del governo italiano, il quale, pur avendo emanato già nel 1938 le leggi razziali, non mise in pratica nessun atto violento verso la comunità ebraica, che non venne pertanto deportata nonostante le incessanti pressioni tedesche. In seguito alla caduta del governo fascista e la battaglia di Rodi, nel 1944, i tedeschi procedettero all’arresto ed alla deportazione degli Ebrei che ormai non potevano più godere della protezione italiana. Alla fine del conflitto, dei pochi superstiti allo sterminio nei lager nazisti, solo alcuni decisero di far ritorno nell’isola. G. Rigucci- U Popolo 2^I