di Ginevra Fasano, classe 3^B – “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Questa frase è tratta dal libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Nelle pagine di questo libro, la violenza delle azioni, come delle intenzioni, non è mai celata né dissimulata e il lettore viene posto di fronte all’obbligo di confrontarsi con la realtà di ciò che è stato, perché solo così si può sperare di costruire una memoria consapevole capace di impedire non soltanto di dimenticare o falsificare le atrocità commesse quanto, soprattutto, di ripeterle.
Ricordare è importante e noi siamo memoria. La Giornata della Memoria commemora le vittime dell’Olocausto durante la Seconda Guerra Mondiale. È celebrata il 27 gennaio, data in cui il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato nel 1945. Questa giornata vuole promuovere la consapevolezza sull’importanza della memoria storica per prevenire futuri genocidi. Molte iniziative educative e commemorazioni si svolgono in tutto il mondo in questa occasione.
La Shoah, fu il genocidio sistematico perpetrato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Circa sei milioni di ebrei furono deliberatamente sterminati nei campi di concentramento e sterminio nazisti. Oltre agli ebrei, furono perseguitati e uccisi anche milioni di altre persone, tra cui rom, disabili, omosessuali e oppositori politici.
I campi di concentramento e sterminio come Auschwitz, Sobibor e Treblinka furono luoghi in cui si svolsero tali atrocità.
Senza dimenticare Risiera di San Sabba, a Trieste, l’unico campo di concentramento con forno crematorio sul nostro territorio nazionale. La Risiera venne utilizzata dai Nazisti in un primo momento come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani e successivamente come vero e proprio campo di detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei.
Si stima che fra le tremila e le cinquemila persone persero la vita nella Risiera e molti di più vi transitarono per andare incontro a un destino altrettanto tragico. Le SS aizzavano i cani lupo e mettevano in funzione i motori dei carri armati per coprire le urla dei prigionieri. Le esecuzioni avvenivano per asfissia tramite gas, ma più spesso i prigionieri venivano abbattuti a colpi di mazza ferrata con la massima ferocia. Le ceneri venivano poi disperse in mare dal molo della raffineria poco distante.
Numerose testimonianze, documenti e musei commemorativi contribuiscono a preservare la memoria della Shoah e a educare le generazioni future.
Un esempio notevole è il Diario di Anne Frank, una giovane ebrea che visse in clandestinità per due anni con la sua famiglia e morì nel campo di concentramento di Bergen-Belsen.
Altre testimonianze includono interviste a sopravvissuti registrate, memorie scritte e racconti orali. Queste testimonianze contribuiscono a sensibilizzare le persone sull’importanza di evitare il ripetersi di simili atrocità.