“Leggere è il cibo della mente”. Questa frase si sente dire molto spesso e racchiude all’interno moltissimi significati. Leggere ci fa bene in svariati modi, per esempio aiuta lo sviluppo e il perfezionamento del linguaggio. Una persona che legge migliora il proprio modo di parlare, perfeziona il modo di scrivere migliorandone l’ortografia e arricchendo il proprio vocabolario. La lettura può risvegliare interessi su un determinato argomento facendoci quindi appassionare e sviluppare uno spirito critico che suscita dentro di noi varie domande. È una porta aperta che ci può portare in tutti posti che vogliamo. Leggendo, infatti, possiamo viaggiare con la mente senza muoverci fisicamente, immaginando i personaggi, i luoghi e gli avvenimenti che vengono raccontati nelle pagine di un libro. Leggere stimola quindi anche la fantasia. Inoltre nei libri vengono conservate tantissime informazioni, soprattutto storiche, che sono giunte fino ai giorni nostri e ci spiegano chi siamo, da dove veniamo e la nostra storia in generale. Ciò significa che leggere arricchisce, non solo il nostro vocabolario, ma anche il nostro bagaglio culturale. Per concludere, come dice Gianni Rodari, “il verbo leggere non supporta l’imperativo”, quindi non bisogna imporre la lettura perché, così facendo, si otterrà solo un “odio” nei suoi confronti. Dunque, bisogna educare alla lettura e anche la scuola può essere d’aiuto. Il compito dell’insegnante infatti è anche quello di mostrare ai giovani di oggi il lato positivo e l’importanza della lettura che, purtroppo, non viene presa molto seriamente in quanto le nuove tecnologie attirano di più l’attenzione dei ragazzi e rendono fruibili nozioni e concetti in modo veloce ma ahimè spesso in modalità “mordi e fuggi”.