Nella sua accezione più semplice, il termine “AI” (Artificial Intelligence) si riferisce a sistemi o macchine che imitano l’intelligenza umana per eseguire determinate attività e che sono in grado di migliorarsi continuamente, in base alle informazioni raccolte. L’intelligenza artificiale si manifesta in varie forme; è molto più che una semplice funzionalità, fornisce i processi per potenziare al massimo l’analisi dei dati e la riflessione su di essi, manipolandoli a seconda delle esigenze degli utenti. Sebbene faccia venire in mente immagini di robot simili agli esseri umani, potenzialmente in grado di conquistare il mondo, l’intelligenza artificiale non è destinata a sostituire l’uomo. Il suo scopo è quello di migliorare in modo significativo le abilità e le attività degli esseri umani. Per questo motivo, è una risorsa molto preziosa per le aziende.
Di seguito sono riportati alcuni esempi:
- gli Assistenti Intelligenti utilizzano l’intelligenza artificiale per analizzare le informazioni importanti provenienti da una grande quantità di dati di testo libero. I telefoni cellulari usano l’intelligenza artificiale per offrire il servizio più personalizzato possibile. Gli assistenti virtuali rispondono alle domande, forniscono suggerimenti e aiutano a organizzare l’agenda di tantissimi possessori di smartphone.
- Gli Image Generator possono creare immagini dall’aver digitato frasi di senso compiuto. Ad esempio, Nightcafè (https://creator.nightcafe.studio) è un image generator; essendo allo stato di closed-beta, quindi ancora da testare, crea immagini molto lontane da ciò che pensiamo possa essere il risultato finale. Un esempio è l’immagine del pappagallo a corredo dell’articolo.
- I chatbot utilizzano l’intelligenza artificiale per comprendere più rapidamente i problemi dei clienti e fornire risposte più efficaci. Possono simulare una discussione/chat con un utente attraverso siti web ed App di messaggistica. DEEP AI (https://deepai.org/chat) è un chatbot che riesce a formulare idee, testi, descrizioni e addirittura battute solo dall’aver scritto una frase di senso compiuto.
Tuttavia le A.I. presentano anche un lato oscuro. È diventata virale, ad esempio, la foto di papa Francesco avvolto in un candido piumino all’ultima moda. Si tratta di un’immagine che si presta a meme, commenti e condivisioni social. I creatori di moda erano già pronti a intensificare la produzione di questo modello oversize. Ma poi tutti sono corsi ai ripari, perché la foto è un falso. Pablo Xavier è l’autore della
falsa immagine di Bergoglio: è stato sospeso dai moderatori della sua community. Il suo era un deep fake: si tratta di video falsi prodotti con software specifici, come le app
Fake-App o
Doubli-Cat, a partire da video e audio reali che ritraggono una certa persona.
Chiunque fosse in possesso del software necessario, potrebbe creare un deep fake ed usarlo per screditare politici, artisti, per attribuire frasi false a un personaggio famoso che gode di una buona reputazione.
Nel 2020 Microsoft ha dichiarato di aver messo a punto un “Video Authenticator” per distinguere il falso dal vero. Due startup, la statunitense Truepic e la britannica Serelay, stanno lavorando ad applicazioni che consentono di aggiungere una particolare filigrana allo scatto originale, così da renderne inconfutabile la veridicità di una foto in caso di diffusione di una versione manipolata.
La Commissione Europea ha varato delle linee guida sull’uso dell’Intelligenza Artificiale in cui viene richiamata la dovuta trasparenza nell’indicare video come falsi / manipolati.
In Italia, il Garante Privacy ha prodotto una scheda per informare il grande pubblico e aumentarne la consapevolezza, oltre a una pagina sul tema, su cui sono riportati i vari provvedimenti.
Quindi… ATTENZIONE!
FONTI:
Antonio Dragone – 1^ D
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