L’ATTORE SEBASTIANO SOMMA A MOLFETTA
All’interno del progetto “Scuole in cammino con don Tonino” avente l’obiettivo di divulgare gli insegnamenti lasciati da don Tonino Bello, l’amatissimo Vescovo della nostra diocesi scomparso il 20 aprile del 1993, il noto attore Sebastiano Somma, il 7 dicembre 2019 nell’auditorium della nostra scuola, ci ha offerto la sua esperienza derivante dal confronto con questo grandissimo personaggio mai incontrato di persona. Egli ha interpretato don Tonino Bello nello spettacolo teatrale “Don Tonino Bello, il prete della Stola e del grembiule” e durante l’incontro ha presentato uno stralcio dell’opera da lui portata in scena nei teatri di tutta Italia.
L’attore ha affermato che sente una grande responsabilità nello svolgere il suo lavoro soprattutto nei confronti dei giovani ed è per questo che spesso si ritrova a dialogare con loro nelle scuole. Meravigliosa l’atmosfera che si è creata quando l’attore ha recitato “Lettera ai giovani” di Don Tonino parole intense e piene di fiducia nei confronti di quei giovani che hanno sempre visto in Lui una guida ed un sostegno.
Sebastiano Somma ha mostrato una grande ammirazione nei confronti del nostro Vescovo, ha ribadito di non averlo mai conosciuto personalmente ma che lo ha conosciuto tramite i suoi numerosi scritti e naturalmente grazie alla sua interpretazione nello spettacolo teatrale a Lui dedicato.
È stato bello conoscere Sebastiano Somma, ha dialogato con gli studenti presenti e si è messo a completa disposizione dell’intera comunità scolastica.
LA REDAZIONE
LETTERA AI GIOVANI di Don Tonino Bello
Ricordo i miei anni del ginnasio: un mare di dubbi.
Dubitavo perfino della mia capacità di affrontare la vita. Che età difficile! Hai paura di non essere accettato dagli altri, dubiti del tuo charme, della tua capacità d’impatto con gli altri e non ti fai avanti. E poi problemi di crescita, problemi di cuore…
Ma voi non abbiate paura, non preoccupatevi! Se voi lo volete, se avete un briciolo di speranza e una grande passione per gli anni che avete… cambierete il mondo e non lo lascerete cambiare agli altri.
Vivete la vita che state vivendo con una forte passione. Non recintatevi dentro di voi circoscrivendo la vostra vita in piccoli ambiti egoistici, invidiosi, incapaci di aprirsi agli altri. Appassionatevi alla vita perché è dolcissima.
Mordete la vita!
Non accantonate i vostri giorni, le vostre ore, le vostre tristezze con quegli affidi malinconici ai diari. Non coltivate pensieri di afflizione, di chiusura, di precauzioni. Mandate indietro la tentazione di sentirvi incompresi.
Non chiudetevi in voi stessi, ma sprizzate gioia da tutti i pori.
Bruciate… perché quando sarete grandi potrete scaldarvi ai carboni divampati nella vostra giovinezza.
Incendiate… non immalinconitevi. Perché se voi non avete fiducia gli adulti che vi vedono saranno più infelici di voi.
Coltivate le amicizie, incontrate la gente.
Voi crescete quanto più numerosi sono gli incontri con la gente, quante più sono le persone a cui stringete la mano.
Coltivate gli interessi della pace, della giustizia, della solidarietà, della salvaguardia dell’ambiente.
Il mondo ha bisogno di giovani critici.
Vedete! Gesù Cristo ha disarmato per sempre gli eserciti quando ha detto: “rimetti la spada nel fodero, perché chi di spada ferisce, di spada perisce”. Ma noi cristiani non siamo stati capaci di fare entrare nelle coscienze questo insegnamento di Gesù.
Diventate voi la coscienza critica del mondo. Diventate sovversivi. Non fidatevi dei cristiani “autentici” che non incidono la crosta della civiltà. Fidatevi dei cristiani “autentici sovversivi” come San Francesco d’Assisi che ai soldati schierati per le crociate sconsigliava di partire.
Il cristiano autentico è sempre un sovversivo; uno che va contro corrente non per posa ma perché sa che il Vangelo non è omologabile alla mentalità corrente.
E verranno i tempi in cui non ci saranno più né spade e né lance, né tornado e né aviogetti, né missili e né missili-antimissili. Verranno questi tempi. E non saremo più allucinati da questi spettacoli di morte!
Non so se li ricordate, se li avete letti in qualche vostra antologia quei versi di Neruda in cui egli si chiede cosa sia la vita. Tunnel oscuro -dice- tra due vaghe chiarità o nastro d’argento su due abissi d’oscurità?
Quando ero parroco li citai durante una messa con i giovani. Poi chiesi: perché la vita non può essere un nastro d’argento tra due vaghe chiarità, tra due splendori?
Non potrebbe essere così la vostra vita?
Vi auguro davvero che voi la vita possiate interpretarla in questo modo bellissimo.