Anna Raguso – Tutto iniziò verso gli ultimi giorni di febbraio, era una giornata come tutte le altre, ero tornata da scuola e stavo seduta attorno al tavolo a pranzare con la mia famiglia. Qualcosa , però, mi turbava… Ero un po’ preoccupata e così decisi di parlarne con la mia famiglia. Si trattava di un virus dal nome di COVID- 19, nome , a parer mio, abbastanza complicato… Tornando al dunque, ne avevamo parlato in classe verso la fine della lezione di scienze, la professoressa stava leggendo un articolo e ci aveva detto con sguardo preoccupato: “Ragazzi, il virus sta arrivando anche in Italia e c’è molta probabilità che le lezioni si terranno online…”
Detto ciò ritornò al suo articolo.
” Online?” dissi io “Perché?” Purtroppo non ricevetti risposta perché la campanella suonò e uscimmo da scuola. Parlandone con la mia famiglia mi sentii più sicura rassicurata perché mi dissero che anche se saremmo rimasti a casa la situazione si sarebbe risolta molto velocemente. Guardando, però, il viso di mia madre, notai che era abbastanza preoccupata e quel sollievo che avevo provato qualche momento prima, svanì come se non fosse mai arrivato. Qualche giorno dopo , come aveva già predetto la mia mente , arrivò, dopo tante notizie e fake news , il decreto che imponeva di stare in casa fino al 15 di Marzo. In quel momento mi trovavo a casa di una mia amica ed entrambe esultammo di gioia… Questa gioia che scomparve qualche settimana dopo quando i contagi iniziarono a salire come un’ onda gigantesca che stava accumulando potenza per poi scaraventarsi su tutta l’Italia come un acquazzone. Mi sentivo triste molto spesso, cosa che non capitava mai perché quella lacrima che mi scendeva ogni volta si trasformava ben presto in un meraviglioso sorriso , ma questa volta era diverso. Dopo una settimana passata a far niente , finalmente arrivò una comunicazione dalla scuola: avremmo iniziato le lezioni virtuali attraverso varie piattaforme che ci avrebbero accompagnato fino alla fine della quarantena… Devo dire che il primo giorno di prova per tutti fu abbastanza buffo: una situazione tragica e divertente allo stesso tempo, finalmente riprendevo a sorridere! Ovviamente la situazione migliorò, ma era diverso dalla scuola di tutti i giorni… non potevi parlare con gli amici o scambiarti sguardi di intesa perché l’unica cosa che guardavi era uno schermo diviso in 15/20 caselle dove vedevi gli sguardi annoiati e tristi dei tuoi compagni, per non parlare della connessione, non poteva esistere una video lezione senza interferenze! Inoltre mi mancavano anche i professori, i loro volti innervositi quando combinavamo guai o divertiti quando si scherzava tra di noi. E’ tutto diverso senza l’intesa tra professori e classe, non solo in ambito scolastico, ma anche per gli stimoli culturali e umani che ci fornisce. Mi manca anche la ricreazione che a volte passavamo, seduti al banco per qualche punizione , ma almeno eravamo insieme!… Mi manca la scuola ancora adesso perché sì, stiamo continuando a fare le video lezioni da casa, ma presto sento che tutto si risolverà , torneremo a scuola e questa volta non come prima, ma uniti, imparando ad apprezzare le piccole cose e a valorizzare i gesti più umili… Andrà tutto bene, ve lo assicuro!