Giovanni Falcone nacque a Palermo il 18 maggio del 1939 da una famiglia benestante. Arturo Falcone, il padre, era direttore del laboratorio di igiene e profilassi del comune di Palermo; la madre era figlia di un noto ginecologo. Aveva due sorelle maggiori: Anna e Maria. I Falcone dovettero abbandonare il loro quartiere, la Kalsa, a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, nel 1940, quindi sfollarono a Sferracavallo, un borgo vicino Isola delle femmine, poi tornarono alla Kalsa nel 1943.
Il secondo nome di Giovanni era Salvatore, in memoria di suo zio, che era tenente dei bersaglieri, morto durante la prima guerra mondiale. Il terzo nome era Augusto, data la passione del padre per l’impero romano.
Giovanni frequentò le scuole elementari al convitto nazionale, le medie alla scuola ‘’Giovanni Verga’’, le superiori al liceo classico “Umberto I‘’ e si laureò in giurisprudenza .
Giovanni Falcone era un magistrato impegnato contro la mafia.
Da magistrato fece arrestare molti mafiosi insieme al suo collega Paolo Borsellino; per questo motivo, Salvatore Riina organizzò un attentato contro di lui. Egli era chiamato il ‘’capo dei capi ‘’ e controllava i mafiosi di Palermo e dintorni. Riina commissionò al suo braccio destro, Giovanni Brusca, di porre della dinamite all’interno di un vecchio cavalcavia nei pressi di Capaci. Inizialmente, i mafiosi fecero delle prove con una lampadina attaccata a un detonatore e, passando con la macchina in autostrada, verificavano che la lampadina si accendesse in tempo. L’attentato venne eseguito il 23 maggio alle 17:57 mentre Falcone e la moglie stavano rientrando da Roma per andare a Favignana per la mattanza dei tonni. In questa strage ci furono 5 morti, tra i quali Giovanni, e 23 feriti.
Dopo la sua morte fu evidente a tutti che “gli uomini passano ma le idee restano”.
Ogni anno, per ricordarlo, un corteo formato soprattutto da ragazzi, giunge fino all’albero che cresce sotto la sua abitazione di via Notarbartolo.
Quest’anno, a causa delle restrizioni per il Covid-19, il corteo non potrà aver luogo, quindi chi vorrà il 23 maggio esporrà un lenzuolo bianco oppure la bandiera dell’Italia nel balcone della propria abitazione.
Disegno e poesia di Emanuele Donzelli
Articolo di Emanuele Donzelli e Alessio Russo, classe IIM
(Per la rubrica “Una finestra sul mondo”)
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