Editoriale di Raffaele Vallone.
Giovedì 21 marzo con la visita guidata alla
città di Montagnana in provincia di Padova,
che conserva ancora intatte le proprie mura medievali, della Classe 1^ C si è conclusa la prima parte dei viaggi d’istruzione che hanno coinvolto gli alunni e le alunne delle
Classi Prime che erano iniziati ella giornata del 19 con l’uscita della 1^ A e proseguiti nella giornata del 20 con quella della 1^ B.
La Classe 1^ A è stata accompagnata dagli
educatori Zampieri Cosetta e Borin Cristian,
la Classe 1^ B è stata accompagnata
dagli educatori Baraldi Mauro, Sbarra Manuela e dall’insegnante Guida Irene,
la Classe 1^ C è stata accompagnata dagli
educatori Vallone Raffaele, Calatafini Giancarlo e dall’insegnante Padoan Lorenza.
Gli obiettivi principali di tali percorsi, voluti, programmati e predisposti dal Dipartimento Educativo-formativo all’inizio dell’anno scolastico e che successivamente sono stati approvati dai Consigli di Classe del Settore della Scuola Secondaria di 1° grado, sono stati quelli di
avviare azioni condivise per orientare l’incremento di conoscenze di parti del nostro territorio per favorire ed implementare gli apprendimenti, per arricchire il bagaglio culturale attraverso il conoscere e scoprire cose nuove in vari ambiti culturali, poiché è presente il coinvolgimento di altre figure didattiche rientranti in specifiche professionalità.
Questa iniziativa, denominata
‘Viaggio di un giorno nei Comuni dell’entroterra Padovano’, in particolare, ha perseguito
obiettivi miranti a far stimolare, arricchire e sviluppare, in maniera graduale,
abilità funzionali allo studio per congiungere,
attraverso la visita del luogo all’esterno dell’istituzione scolastica con annesso laboratorio, ulteriori saperi che si inseriscono nel processo formativo attraverso il vivere nuove esperienze per favorire la crescita degli alunni non soltanto sul piano didattico ma anche generando dinamiche sociali e di integrazione per tutti i componenti delle singole Classi.
La visita guidata alla
città murata di Montagnana è stata strutturata in due momenti:
- il primo inerente alla conoscenza della città medievale attraverso un percorso all’interno di essa affrontando il periplo delle mura medievali con spiegazioni arricchite da ampi dettagli storici e con dettagliate notizie riguardanti sia la logistica che le tecniche e i materiali impiegati per la costruzione.
- Il secondo consistente nello sviluppo di un’attività laboratoriale di simulazione dove ogni singolo alunno e singola alunna ha potuto produrre un piccolo affresco.
Dopo l’arrivo con il pullman ciascuna Classe è entrata nella città varcando la
Porta XX Settembre e si è recata presso il Museo Civico ‘A. Giacomelli’ situato all’interno del Castello di San Zeno adiacente alla Porta Padova.
Ad accogliere le singole Classi c’erano le guide che hanno predisposto un itinerario didattico sia all’esterno che all’interno delle mura per spiegare la storia della Città attraverso le vicende che ha vissuto nei vari periodi storici e, per rinforzo alle loro informazioni, durante tale percorso hanno improntato un’attività ludico-culturale dividendo ogni singola Classe in due fazioni di egual numero di componenti delle quali una denominata
Guelfi e l’altra
Ghibellini che si sono sfidate in una
‘singolar-tenzone didattica’ rispondendo alle loro domande e che al termine ha permesso di stilare una classifica finale per eleggere la vincitrice.
Dopo la pausa pranzo c’è stata l’occasione di visitare anche
il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, costruito nei primi decenni del 1400 in stile tardo gotico, che ha il portale in marmo bianco, attribuito a Jacopo Sansovino.
All’interno si nota la pianta a croce latina e presenta un allestimento di carattere rinascimentale. Ci sono due
affreschi dipinti tra il 15° e 16° secolo che raffigurano la testa del gigante Golia e Giuditta che sconfisse il generale assiro Oloferne. Ma ad attirare l’attenzione è la parete sinistra dove è collocata la famosa tela della ‘Battaglia di Lepanto’ in onore della vittoria del 1571 dei cristiani sui turchi che generò il periodo della Repubblica Serenissima di Venezia.
Terminata la parte della visita culturale ci si è spostati all’interno del Museo Civico dove in un suo piano un’altra guida ha introdotto l’attività di laboratorio iniziando ad esporre come era considerato l’artista nel Medioevo e soprattutto come era poco valutato il lavoro manuale poiché non richiedeva l’impegno dell’intelletto in quanto egli si avvaleva semplicemente di abilità pratiche.
Sulla base di queste supposizioni il pittore era ritenuto un semplice artigiano e non un genio creativo poiché non realizzava le sue opere secondo la sua personale ispirazione ma lavorava su commissioni eseguendo i dipinti attraverso contratti di committenti privati, enti pubblici e religiosi.
Gli architetti invece avevano una maggiore considerazione in quanto progettavano le grandi opere e dovevano organizzare il lavoro nei cantieri. Insieme a questi anche gli orafi e i vetrai, per l’utilizzo di tecniche difficili nella lavorazione dei materiali, godevano di grande rispetto.
Nel Medioevo la bottega di un’artista era ben strutturata nella quale lavorava un gruppo di persone che avevano mansioni diverse guidato da un
‘magister’ che era iscritto alla corporazione di appartenenza dove pagava una tassa.
Nelle botteghe i giovani apprendisti avevano l’opportunità di iniziare la loro carriera con l’esercitarsi nel disegno, potevano anche fare copie delle opere in essa presenti, e si occupavano della macinazione dei prodotti occorrenti nella preparazione dei colori.
Alcuni colori erano realizzati con l’utilizzo di pietre talvolta molto preziose, altri invece
venivano prodotti con elementi che erano presenti in natura come le terre ed altri venivano ricavati da piante e insetti.
Dopo questa parte introduttiva la guida ha riassunto come avveniva la tecnica artistica dell’affresco che utilizzava come supporto il muro sul quale venivano applicate varie fasi piuttosto laboriose.
Il supporto murario poteva essere di pietra o di mattoni sul quale il lavoro, guidato dal magister, proseguiva con l’applicazione di vari strati d’intonaco.
Il primo strato era
il rinzaffo costituito da sabbia a grana grossa mescolata con calce ed acqua.
Il secondo strato era
l’arriccio che veniva applicato sul rinzaffo asciutto e consisteva in un impasto di sabbia più fine.
Il terzo ed ultimo strato era
il tonachino costituito da una miscela di acqua, calce e sabbia finissima e a volte veniva anche mescolata con della polvere di marmo.
Il disegno veniva eseguito dal mastro pittore direttamente sull’arriccio che utilizzava la terra rossa denominata
sinope e con una cordicella fissata nei due estremi che tirata rilasciava l’impronta. Il maestro ripassava i contorni con il carboncino e perfezionava la figura con della terra gialla così anche il committente poteva intravedere il risultato finale.
Nel corso dei secoli le tecniche di trasferimento dei disegni sul muro per realizzare gli affreschi vennero cambiate, perfezionale e sostituite.
Il primo sistema fu quello dello spolvero che consisteva nel praticare dei piccoli fori lungo i contorni del disegno riportato sul cartone. Il cartone veniva successivamente appoggiato sul tonachino che veniva tamponato con un sacchetto che conteneva del carbone polverizzato rilasciando così traccia del disegno sul muro attraverso i precedenti fori che erano stati effettuati.
Dopo questa introduzione la guida ha consegnato a tutti gli alunni che erano seduti su dei lunghi tavoli una piastrella ed ha detto che con questo materiale s’incominciava a produrre un piccolo affresco.
La piastrella è stata prima bagnata e poi, sulla parte posteriore, è stato applicato un leggero strato di calce.
Prima che lo strato si asciugasse con un piccolo punteruolo, dopo aver scelto una figura che era su di un foglio in formato A4, gli alunni hanno provveduto a praticare sul retro della piastrellai dei fori a distanza regolare seguendo i contorni della figura.
Dopo aver eliminato la carta applicata sulla calce è comparsa la sagoma della figura scelta e ognuno ha potuto dipingerla utilizzando vari colori con pennelli di diversa grandezza.
Appena asciugato il piccolo affresco realizzato individualmente è stato inserito in un cartone di pizza da asporto così ognuno lo ha potuto portarselo a casa.
Dopo aver ingraziato le guide per tulle le informazioni trasmesse ogni Classe ha ripreso il pulmino per rientrare a Venezia.
Il commento è stato unanime:
‘è stata davvero una bella e divertente esperienza formativa’.
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