Il 25 novembre è una giornata molto importante perchè si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.
Questo giorno è detto anche “orange day” perché il colore internazionale è l’arancione, mentre in Italia, dove questa giornata si celebra solo dal 2005, è il rosso.
Questa festa ha origine da tre sorelle, le sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, che erano attiviste del Movimento 14 giugno, un gruppo politico clandestino dominicano, ed erano conosciute anche come Les Mariposas, cioè le farfalle, per il loro coraggio di opporsi alla dittatura e difendere i diritti femminili.
Ma il loro modo di pensare e di manifestare i propri pensieri riguardo i diritti femminili, non andava d’accordo con la legge del dittatore Rafael Leonidas Trujillo.
Così il 25 novembre 1960, furono assassinate da alcuni agenti segreti del dittatore Trujillo, mentre stavano andando a trovare i loro mariti in carcere e, una volta uccise, gli agenti di Trujillo misero i loro corpi in macchina per tentare di simulare un incidente.
Ma il loro tentavo fallì perché all’opinione pubblica fu subito chiaro che erano state assassinate. Così in molti si ribellarono e il regime finì a causa della morte del dittatore Trujillo, assassinato dopo una congiura da un colpo di fucile, il 30 maggio 1961.
Soprattutto in Italia, il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne sono le scarpe rosse, che vengono messe sulle piazze del nostro paese per sensibilizzare le persone su questo tema.
Questa iniziativa è stata lanciata dall’artista messicana Elina Chauvet con l’opera Zapatos Rojas che è diventato uno dei modi più diffusi per denunciare i femminicidi.
In Italia, tra il 2000 e il 2018, si sono verificati 3.100 casi di femminicidio, la maggior parte delle vittime sono state uccise da un parente, da un partner o da un ex partner.
Spesso al tema della violenza delle donne viene associato la crisi del maschile secondo cui l’uomo è oggi intimorito dai cambiamenti sociali e culturali, privato del proprio ruolo e della propria autorità il quale lo porta ad usare violenza.
Fra i temi affrontati c’è anche la violenza sulle donne disabili che spesso rimane invisibile. Ad oggi le donne disabili vittime di violenza sono 98 e hanno un’età media di 36 anni, in un range dai 18 ai 67 anni.
Ci sono diverse forme di violenza come la violenza fisica che comprende le violenze contro il corpo, cioè le aggressioni.
Poi c’è la violenza sessuale che comprende ogni forma di coinvolgimento in attività sessuali senza un consenso della vittima come il matrimonio forzato incluso il matrimonio di bambini, l’aborto forzato e la prostituzione.
E poi c’è la violenza psicologica, quella più diffusa ed è anche la prima a manifestarsi. E’ quella meno evidente perché non lascia segni sulla pelle. Comprende intimidazioni, umiliazioni pubbliche o private e ricatti che controllano le scelte della vittima facendola allontanare da amici e parenti fino a condurla al completo isolamento.
In Italia esistono molte associazioni a cui le donne vittime di violenza possono rivolgersi ad esempio SOS DONNA e ZERO TOLERANCE.
Mi auguro che il numero delle donne vittime di violenza diminuisca sempre di più e che ogni donna maltrattata prenda la consapevolezza che violenza non è sinonimo di AMORE.