di Ambrosio Patrizia- I social media, da spazi di libertà e dialogo, quali dovrebbero essere, si stanno trasformando in luoghi di violenza e paura per molte ragazze. Secondo il rapporto “Free To Be Online” di Plan International, il 58% delle ragazze subisce regolarmente molestie online, tra cui insulti, minacce, commenti sessisti e discriminatori.
Questi comportamenti lasciano segni profondi: una su cinque abbandona o riduce l’uso dei social media, mentre molte ragazze sviluppano problemi di autostima, depressione o addirittura atti di di autolesionismo. La violenza online non si limita a ferire, ma spesso silenzia le vittime, costringendole a modificare il loro modo di esprimersi o a rinunciare a partecipare attivamente al mondo digitale.
La situazione è ancora più grave per le ragazze che appartengono a minoranze etniche o alla comunità LGBTIQ+, che subiscono attacchi discriminatori con maggiore frequenza.
Questa realtà non può essere accettata come “normale”. Le ragazze hanno diritto a spazi online sicuri, dove possano esprimersi liberamente senza paura di essere attaccate. Il cambiamento deve partire subito, con misure concrete da parte di governi, piattaforme social e società civile. I social media possono essere strumenti di crescita e dialogo ma solo se impariamo a usarli con rispetto e responsabilità.