Un adolescente passa la maggior parte del tempo nella propria stanza e spesso i genitori si chiedono, a tratti non capiscono, cosa ci sia di così importante in uno spazio così ristretto. |
Non penso sia possibile dare una risposta valida per tutti proprio, perché ognuno di noi ha diverse passioni, diverse inclinazioni e un diverso stile di vita. In questo particolare periodo, l’adolescenza, si avvicendano delle novità: un cambio di mentalità, nuove conoscenze, cambio di scuola e cambio di abitudini. |
Tutto ciò va a destabilizzare e cambiare radicalmente la vita di un ragazzo. Molto spesso, sperimento questa situazione quando tendo a voler stare solo e mi capita di rispondere in maniera sgarbata agli altri, non riuscendo a controllare le mie emozioni, perché alcuni giorni sono felice, alcuni arrabbiato e altri triste, senza un motivo specifico. Fatto sta la mia stanza è un luogo dove riesco ad esprimermi liberamente, sembra quasi che non mi senta condizionato da nulla e riesca a trovare una sensazione di pace interiore. Purtroppo basta poco per distruggerla: quando sto facendo i compiti, ascoltando la musica o facendo qualsiasi altra cosa e vengo interrotto, scatta dentro di me una sorta di disappunto che non riesco a contenere. |
La mia stanza negli anni è cambiata di pari passo alle fasi della mia crescita: non ricordo la mia prima camera, perché a poco più di un anno ho cambiato casa trasferendomi dove abito tutt’oggi. Inizialmente la mia camera era il posto dove mio padre aveva il PC, che usava quando non era al lavoro, ed io la utilizzavo solo per dormire, poiché i miei giochi erano in salone. Quando, però, all’età di quattro anni e mezzo sono arrivati i miei fratelli, che sono gemelli, c’è stato il primo cambio di disposizione: ho portato i miei giochi in camera, che è diventata uno spazio mio a tutti gli effetti, dopo aver spostato il PC di papà. |
Penso che in quel periodo ho instaurato il legame affettivo con questo mio spazio. Il salone è stato ridimensionato per formare la stanza dei miei fratelli, che da piccoli avevano le culle ma crescendo avevano bisogno di un luogo tutto loro in cui stare. I miei hanno deciso, così, di rinnovare le camere quando avevo 7 anni e guardavo un programma televisivo chiamato “FREESTYLE” in cui Giovanni Muciaccia e due ragazze ristrutturavano le stanze dei bambini. Dal programma i miei genitori hanno acquisito l’idea di coprire la porta della mia camera con un telo da strappare per lasciar trapelare il rinnovamento operato all’interno. Potete immaginare come sia stato emozionante questa situazione, tanto da scatenare in me una sensazione di felicità incontenibile! |
Da quel momento la stanza non è cambiata nella disposizione ma nelle funzionalità: negli ultimi anni, oltre a riordinare meticolosamente tutti gli spazi a mia disposizione, ho comprato oggetti legati alle mie passioni. Non è molto grande ma contiene tutto ciò che mi serve: la scrivania con la mia postazione e la libreria affiancata alla TV, più avanti l’armadio grande e, alla sinistra, il letto sovrastato da due armadi. Nello spazio tra il comodino e la parete dell’armadio ho deciso di mettere un pouf. |
È difficile decidere quale sia l’oggetto a cui sono legato di più, ma sicuramente i più importanti sono: il mio microfono grazie al quale coltivo la passione per il canto, l’XBOX che utilizzo per svagarmi e l’armadio sul mio letto dove conservo l’attrezzatura per il nuoto e i ricordi degli anni passati. Ultimamente ho aggiunto l’angolo medaglie dove archivio gli attestati e i trofei e che ho vinto. Posso rispondere affermativamente alle fatidiche domande: “La tua stanza ti rappresenta? Rispecchia la tua personalità?” Infatti rappresenta per me lo spazio dove posso coltivare i miei hobby e fare ciò che mi piace tranquillamente distaccandomi dal resto. È una sorta di piccolo paradiso di cui gli altri difficilmente comprendono o ignorano l’importanza. |
di Antonio Fascitiello – 2^B –