Delia Festa. E’ ormai passato un anno da quando Grazia ha iniziato a fare volontariato presso la “stanza del sorriso”. La stanza del sorriso è una stanza del reparto oncologico dell’ospedale “Madonna delle grazie” di Matera dove ogni lunedì mattina dalle 9 alle 13 circa, si recano donne malate di cancro che, aiutate da parrucchiere ed estetiste, cercano di migliorare il proprio aspetto.
Grazie a questa iniziativa, molte pazienti hanno avuto l’opportunità non tanto di nascondere la malattia quanto di essere più belle nonostante la malattia.
L’importanza che le cure estetiche possono avere in termini di miglioramento della qualità della vita delle pazienti oncologiche è dimostrato da un recente studio condotto dal centro benessere dell’IEO (istituto europeo di oncologia) di Milano, pubblicato sulla rivista scientifica “Quality of Life Reseach. Lo studio è stato condotto su 170 donne affette da carcinoma mammario divise in due gruppi. Un gruppo di 100 donne (gruppo sperimentale) ha usufruito dei trattamenti estetici secondo i protocolli dell’Associazione professionale di estetica oncologica. L’altro gruppo (di controllo) costituito dalle restanti 70 , non ha ricevuto alcun trattamento.
Tutte sono state sottoposte a questionari di autovalutazione per monitorare la situazione e misurare l’incidenza dei disturbi cutanei conseguenti alle terapie sulla qualità della vita e l’entità del disagio psicologico.
I risultati non erano del tutto prevedibili. I disturbi cutanei si sarebbero ridotti, a 28 giorni dall’inizio del trattamento, del 60% e il cosiddetto distress del 53%. Al di là delle percentuali una riflessione va fatta. Che valore terapeutico può avere una messa in piega? Per comprenderlo bisogna fare un esercizio di empatia. La scoperta di essere ammalati di cancro è fortemente destabilizzante. È un improvviso sconvolgimento della quotidianità, una perdita di punti di riferimento. Una sorta di terremoto emotivo che nel caso di carcinoma mammario investe anche la propria identità femminile. Prendersi cura di sé è un passo difficile ma necessario verso il recupero dei gesti quotidiani e della propria identità arricchita e non depauperata dall’esperienza della malattia. Grazia dedica il suo giorno di riposo ad aiutare altre donne a fare quel passo verso la normalità. È brava. E le acconciature che realizza in quella stanza così particolare sono quelle che le riescono meglio.