di Gaia Amato SSPG Cara professoressa Stanzione,
oggi è il 23 marzo, da circa un mese purtroppo stiamo vivendo delle giornate non positive, giornate piene di ansia, paura, sconforto e soprattutto di speranza, cioè quella di svegliarci il giorno dopo e scoprire che tutto ciò che stiamo vivendo sia solo brutto sogno da dimenticare. Purtroppo non è così, perché da quando abbiamo appreso dai telegiornali e dai social network che un virus chiamato COVID-19 è arrivato in Italia dalla Cina come un fulmine a ciel sereno, ha sconvolto la vita di tutti dal neonato indifeso all’anziano anche lui debole. Questo mostro fa molta paura perché sappiamo che è una malattia sconosciuta che contagia molto velocemente le persone, anche se i suoi sintomi sono uguali a una semplice influenza però attacca i polmoni, non ci sono ancora cure che possano fermarlo, non si conosce ancora la causa principale del contagio e per questo è un nemico da non sottovalutare e da combattere. Ad oggi ci sono molti contagiati, ma quello che spaventa sempre di più è il numero dei morti che aumentano di continuo ogni giorno. In T.V. ho appreso una notizia molto triste cioè i poveri malati muoiono da soli senza nessun familiare che possa tenergli la mano per l’ultimo saluto, in alcune zone dove il contagio è molto ampio come a Bergamo, non ci sono più posti per poter seppellire le povere vittime. In questi giorni su internet è girato un video dove dei camion dell’esercito trasportavano le salme in altre regioni per poterli cremare, sinceramente mi si è stretto il cuore nel vedere quelle immagini e mi e venuto da piangere. La cosa che spaventa e che neanche i medici sanno cosa fare e non riescono a tenere la situazione sotto controllo, stanno provando alcuni farmaci per vedere se il virus si arresta, ma per ora non ci sono risultati positivi. Si sa solo che il contagio si estende a macchia d’olio e quindi i medici ci hanno esposto alcune raccomandazioni che le persone purtroppo chi per ignoranza ,chi per superficialità, non le rispettano mettendo a rischio sia la propria vita che la nostra. Tra le tante richieste c’è quella di lavare spesso le mani con disinfettanti, sinceramente credo che l’odore dell’alcool che mamma mi sta facendo usare lo sentirò per molto tempo sulla mia pelle, un’altra raccomandazione è stata quella di rimanere chiusi in casa lontani da tutti, amici, parenti, nonni ,insomma lontani dalle persone a noi care, questa di sicuro rimarrà lì nel mio cuore e non la potrò mai dimenticare. Sono appena venti giorni che siamo in casa senza andare né a scuola, senza fare le attività, senza uscire per una semplice passeggiata, è circa un mese che la nostra vita è cambiata drasticamente.
(Mentre scrivo mi scendono le lacrime, mia mamma mi dice sempre che sono una ragazzina molto più matura dell’età che ho, sinceramente in questo momento vorrei essere una bambina così da non poter capire tante cose). In questi giorni ho capito quanto sia importante la libertà, ho capito quanto mi mancano i miei amici, mi manca scherzare, giocare e divertirmi con loro. Mi manca tanto la scuola, i miei insegnanti, mi manca perfino l’odore delle classi, sembra strano ma è così. Cara professoressa, la lettera che ci avete inviato, l’ho letta e riletta tante volte, molto bella e riflessiva, infatti ho pensato alla storia che ci avete raccontato e penso che se adesso siamo in questa brutta situazione è perché l’essere umano è menefreghista, pensa solo a se stesso. Quando si sono verificati i primi casi tutto il mondo non ha unito le sue forze per cercare di impedire la diffusione del virus, dando supporto alla Cina il virus sarebbe lontano dai nostri pensieri, invece ognuno ha pensato solo a se stesso, nessuno ha preso esempio dal colibrì, ossia nessuno ha fatto la sua parte, secondo me è tardi per poterla fare. Ora ci troviamo qui tutti, senza sapere cosa fare, trascorriamo le nostre giornate tra qualche programma Tv, qualche gioco da fare, qualche libro da leggere e fortunatamente ora stiamo cercando di studiare online così da poter continuare a imparare e conoscere nuovi argomenti, con la speranza, come avete scritto voi, di poter sentire al più presto il suono della campanella, le voci di voi insegnanti, che con i vostri modi molto dolci e garbati continuate ad incoraggiarci, aiutandoci con la DAD e come afferma la PRESIDE insegnandoci che “dinanzi alle avversità non ci si ferma ma ci si industria, ci si ingegna, provando, riprovando e migliorando”.. In questo momento i social network sono utili perché così possiamo sentirci vicini anche se siamo lontani, sembra un paradosso ma è così. Alcune persone dicono che questo virus ci abbia portato dei benefici, uno dei tanti è che l’inquinamento è diminuito di molto, visto che turisti non ce ne sono e le persone si spostano molto ma molto di meno, poi altre persone hanno riscoperto il senso della famiglia che era sfuggito di mano a causa della vita molto frenetica che ognuno faceva. Poi c’è chi ha imparato a preparare dolci e pizze fatti in casa come un tempo dove molti erano poveri, ma felici. Io sono un po’ contraria a ciò, perché non doveva arrivare questo virus per capire quanto è bella la vita con i suoi valori. Ora forse mi sto dilungando troppo, sinceramente avrei tante cose da dire, ma l’ultima cosa che voglio dire è che se rimaniamo tutti in casa rispettando le raccomandazioni, questo virus, può scomparire e diventare solo un bruttissimo ricordo. Spero che tutto questo incubo finirà presto e che tutte le persone colpite da questo virus possano guarire, spero che non ci siano più morti, spero che si possa ritornare ad essere liberi, senza aver paura di abbracciarsi, baciarsi, che tutti possano uscire dalle case e poter sentire di nuovo e il calore del sole e tutti più forti e uniti di prima, nel frattempo io dico:”IO RESTO A CASA…ANDRÀ TUTTO BENE…”
Vi abbraccio forte professoressa, con la speranza di poterla rivedere al più presto possibile
La vostra Gaia
immagine dal web