di Sara Grimaldi, Antonio Garofalo, Rosavera Aniello e Arianna Petruccelli (classe 4^C) – Ogni generazione è ancora in grado di emozionarsi e l’emozione può essere suscitata da piccole cose, quali un convegno organizzato nell’atrio del liceo scientifico Majorana di Sessa Aurunca dai docenti di storia e filosofia e tenuto dal professore Salvatore Ferrara, responsabile del “Festival della Filosofia in Magna Grecia”. L’incontro è avvenuto il 18 Dicembre e si è svolto sotto forma di dialogo filosofico. Come specificato dallo stesso professore, il termine dialogo deriva dal latino dialŏgus, in greco antico διάλογος, derivato di διαλέγομαι «conversare, discorrere» composto da dià, “attraverso” e logos ; indica quindi il confronto verbale tra due o più persone come strumento per esprimere sentimenti diversi e discutere idee non necessariamente contrapposte. L’introduzione al dialogo è stata fatta da due ragazzi che hanno raccontato la loro esperienza al Festival della filosofia negli anni passati, soffermandosi su un momento di indescrivibile empatia, durante il quale le parole del professore Ferrara hanno fatto sì che tutta la platea si stringesse in un grande abbraccio. Il primo tema trattato, profeticamente sinistro ma al tempo stesso attuale, ha riguardato la società in cui noi tutti viviamo, conosciuta come “società dei consumi”. L’espressione è utilizzata prettamente in ambito tecnico, mentre il professore si è soffermato sull’aspetto affettivo. Così i ragazzi hanno potuto riflettere su quello che il relatore stesso ha definito “consumo dei sentimenti”; il concetto è passato in modo fulmineo così come il riferimento all’amore liquido di Bauman. Lo scrittore citato utilizza l’espressione per descrivere l’insicurezza, generata dalla solitudine ma anche dalla relazione sentimentale. Ferrara ha poi affermato che ognuno di noi non riesce ad accontentarsi di quello che ha ma tende a desiderare l’impossibile, così diventa difficile provare sentimenti veri, o comunque riuscire ad esprimerli. Si definisce alessitimia la fobia che colpisce coloro che soffrono di un deficit, il quale consiste nell’incapacità di esprimere le proprie emozioni. L’etimologia della parola deriva dal greco lexis, “parola”, e thymos, “emozioni. Il professore ritiene che la percentuale di individui alessitimici stia crescescendo in modo smisurato e che a tal proposito ci sia bisogno di educare alle emozioni, nella stessa scuola o con appositi corsi. Il nostro mondo ha bisogno di persone che siano ancora capaci di meravigliarsi, di stupirsi dinanzi alle cose nuove, di provare sentimenti ed emozioni e non aver paura di esprimerli. Il professore ha dato la parola agli stessi alunni, facendo loro una richiesta insolita ma per niente scontata, cioè descrivere il loro stato d’animo in poche parole e suscitando la commozione di tutti i presenti.