Di Nicola Abbasciano – Classe II sez. D
Anche oggi hai usato Facebook, Instagram, Twitter o un qualsiasi social network, e hai visto almeno un meme, probabilmente molti di più. Non passa giorno che tu non ne veda e non ne condivida qualcuno e, come te, così fanno un po’ tutti perché la viralità dei meme è ormai alta e ce ne sono alcuni che fanno miliardi di visualizzazioni e condivisioni.
Ma cosa sono i meme? Quando e dove sono nati? Come hanno fatto a diventare un fenomeno così virale? Cosa vuol dire la parola “meme”?
Partiamo dall’inizio, cioè dalla parola meme che apparentemente non ha alcun significato e che magari non sai neanche come si pronuncia. “Meme” (che viene pronunciato in inglese “meem”) è l’abbraviazione di “mimeme”, che è una parola che deriva dal greco e significa “ciò che viene imitato”.
Già tutto ti sembra più chiaro, no? A usare per primo questa parola per descrivere quello che noi chiamiamo un meme è stato Clinton Richard Dawkins, un etologo e biologo britannico, nel suo libro “Il gene egoista” prodotto nel 1976.
Grazie ai social network e a siti come Reddit, i meme sono diventati ancora più diffusi e più virali tanto che oggi è possibile che un meme faccia milioni di visualizzazioni in poche ore. Ma i meme sono anche cambiati rispetto al passato: se prima avevano spesso un significato politico o culturale e si rivolgevano a una nicchia, oggi di solito strizzano l’occhio alla cultura Pop o sono fatti esclusivamente per strappare una risata. Inoltre, se oggi è molto più facile che un meme diventi virale, è anche più facile che cada presto nel dimenticatoio. Internet si muove sempre più in fretta e la quantità di contenuti che visualizziamo in un giorno è sempre più alta, meme compresi.
Attualmente i meme più virali sono quelli su Baby Yoda, lo Stonks Man, il Collegio e infine Il Biondo Matty con il suo “Godo come un riccio”