Perché Francia, Danimarca, Spagna e Germania riaprono le scuole e noi invece no?
Mentre epidemiologi e medici chiamati a dare consulenza al governo italiano propendono per chiudere le scuole fino a settembre e al ministero dell’Istruzione si interrogano su come mantenere il distanziamento sociale in comunità di almeno un migliaio di persone, l’Europa prende in contropiede l’Italia. Emmanuel Macron, infatti, annuncia una graduale riapertura da maggio in Francia e in Germania, si discute per ricominciare a scaglioni. Da martedì 14 aprile del 2020 riaprono le scuole in Danimarca e anche la Spagna sta riflettendo su come comportarsi con i ragazzi , anche il presidente della Francia Emmanuel Macron ha dato il via libera all’apertura delle scuole. Il ministro dell’Istruzione Michel Blanquer ha precisato che il ritorno a scuola sarà progressivo e «non da un giorno all’altro»: il criterio seguito dal governo francese sarà soprattutto sociale, infatti, saranno gli alunni delle zone più in difficoltà a riprendere gli studi prima degli altri. «Bisogna salvare gli studenti che potrebbero andare alla deriva a causa del confinamento», ha avvertito Blanquer, aggiungendo: «Sono le fasce più fragili che ho innanzitutto in testa». A fare, però, la scelta più drastica sono stati i danesi: la premier Mette Friedriksen ha annunciato di riaprire asili nido e scuole dell’obbligo da mercoledì 15 aprile del 2020, l’idea del governo danese è che per riprendere una vita normale, chiedendo ai genitori di tornare a lavorare è necessario che i bambini e i ragazzi tornino in classe. Anche il governo di Copenhagen è pronto a innestare la retromarcia nel caso in cui il numero dei contagi, attualmente basso, dovesse crescere di nuovo, inoltre mercoledì dovrebbe scattare la fase due anche in Norvegia, dove riapriranno riaprono asili nido e scuole primarie. La Spagna che è stata colpita gravemente dal Coronavirus come l’Italia sta da alcune settimane riflettendo sulla questione dei giovani e dell’educazione. La settimana scorsa si è riunita la commissione che si occupa dell’emergenza e l’indicazione è di provare con aperture scaglionate, diverse da regione a regione a seconda della condizione dell’epidemia, a partire da maggio, infatti a Madrid sperano di cominciare a riaprire verso giugno, ma non tutte le scuole ovviamente. In Germania, invece, la decisione definitiva non è stata ancora presa (è prevista mercoledì 15), ma l ’accademia delle scienze nazionale, l’Accademia Leopoldina, ha raccomandato un graduale allentamento delle restrizioni. Per le scuole si prospetta un rientro a diviso per età: prima i ragazzi più grandi e poi quelli più piccoli.
Perché Francia, Danimarca, Spagna e Germania riaprono le scuole e noi invece no?
Mentre epidemiologi e medici chiamati a dare consulenza al governo italiano propendono per chiudere le scuole fino a settembre e al ministero dell’Istruzione si interrogano su come mantenere il distanziamento sociale in comunità di almeno un migliaio di persone, l’Europa prende in contropiede l’Italia. Emmanuel Macron, infatti, annuncia una graduale riapertura da maggio in Francia e in Germania, si discute per ricominciare a scaglioni. Da martedì 14 aprile del 2020 riaprono le scuole in Danimarca e anche la Spagna sta riflettendo su come comportarsi con i ragazzi , anche il presidente della Francia Emmanuel Macron ha dato il via libera all’apertura delle scuole. Il ministro dell’Istruzione Michel Blanquer ha precisato che il ritorno a scuola sarà progressivo e «non da un giorno all’altro»: il criterio seguito dal governo francese sarà soprattutto sociale, infatti, saranno gli alunni delle zone più in difficoltà a riprendere gli studi prima degli altri. «Bisogna salvare gli studenti che potrebbero andare alla deriva a causa del confinamento», ha avvertito Blanquer, aggiungendo: «Sono le fasce più fragili che ho innanzitutto in testa». A fare, però, la scelta più drastica sono stati i danesi: la premier Mette Friedriksen ha annunciato di riaprire asili nido e scuole dell’obbligo da mercoledì 15 aprile del 2020, l’idea del governo danese è che per riprendere una vita normale, chiedendo ai genitori di tornare a lavorare è necessario che i bambini e i ragazzi tornino in classe. Anche il governo di Copenhagen è pronto a innestare la retromarcia nel caso in cui il numero dei contagi, attualmente basso, dovesse crescere di nuovo, inoltre mercoledì dovrebbe scattare la fase due anche in Norvegia, dove riapriranno riaprono asili nido e scuole primarie. La Spagna che è stata colpita gravemente dal Coronavirus come l’Italia sta da alcune settimane riflettendo sulla questione dei giovani e dell’educazione. La settimana scorsa si è riunita la commissione che si occupa dell’emergenza e l’indicazione è di provare con aperture scaglionate, diverse da regione a regione a seconda della condizione dell’epidemia, a partire da maggio, infatti a Madrid sperano di cominciare a riaprire verso giugno, ma non tutte le scuole ovviamente. In Germania, invece, la decisione definitiva non è stata ancora presa (è prevista mercoledì 15), ma l ’accademia delle scienze nazionale, l’Accademia Leopoldina, ha raccomandato un graduale allentamento delle restrizioni. Per le scuole si prospetta un rientro a diviso per età: prima i ragazzi più grandi e poi quelli più piccoli.