Di Chiara Gallinaro e Giovanni Capezzuto 4^D
La Divina Commedia è un grande viaggio che comincia il 25 Marzo del 1302 e il 25 Marzo 2021.
Papa Francesco promulga la lettera apostolica «Candor lucis aeternae» dedicata a Dante Alighieri nel 700° anniversario della sua morte.
Papa Francesco considera Dante Alighieri «un profeta della speranza».
«Dante ci invita a ritrovare il senso del nostro percorso umano. Per lui l’esilio è stato talmente significativo da diventare una chiave di interpretazione non solo della sua vita ma del viaggio di ogni uomo e donna nella storia e oltre la storia».
Bergoglio spera che le celebrazioni nel VII centenario della morte del sommo poeta «stimolino a rivisitare la sua “Commedia” così che, ci lasciamo provocare a quel cammino di conversione dal disordine alla saggezza, dal peccato alla santità, dalla miseria alla felicità, dalla contemplazione terrificante dell’Inferno a quella beatificante del Paradiso.» Potrebbe sembrare che questi sette secoli abbiano scavato una distanza incolmabile tra noi, ragazzi dell’epoca postmoderna, e il suo pensiero e i sui scritti. Non è così. Gli adolescenti, dice Papa Francesco, se hanno la possibilità di accostarsi alla poesia di Dante, riscontrano la lontananza dell’autore e del suo mondo ma avvertono un sorprendente riscontro. Potremo prendere ispirazione dall’ esperienza di Dante per attraversare le tante selve oscure della nostra terra e compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia “finché non arriveremo alla meta ultima di tutta l’umanità, ‘l’amor che move il sole e l’altre stelle'”.
Papa Francesco ha benedetto il crocifisso che nel 1965, in occasione del settimo centenario dalla nascita di Dante, Paolo VI donò alla città di Ravenna affinché fosse posto sulla tomba del sommo poeta.
Papa Francesco è il terzo Pontefice a dedicare un documento ufficiale a Dante Alighieri. Il primo era stato papa Benedetto XV nel 1921 con l’enciclica In praeclara summorum, seguito nel 1965 da papa Paolo VI con la lettera apostolica Altissimi cantus.
Benedetto XV (1914-1922) onora Dante con la breve enciclica «In praeclara summorum» (30 aprile 1921); nel sesto centenario della morte lo elogia per la fede incrollabile e il pensiero cattolico, per le idee sul governo divino del mondo, per la perenne validità del messaggio cristiano trasmesso dalla «Divina Commedia», per la perfetta ortodossia. Paolo VI unisce il culto della poesia al riconoscimento del valore dottrinale per la Chiesa e l’umanesimo cristiano. Il Pontefice fa di Dante l’artista che ancora parla alla Chiesa della modernità. Egli dona «La Divina Commedia» ai padri conciliari: «Alcuni critici hanno sostenuto che non fosse poetica quando e dove è impregnata di teologia. Altri ritengono che splenda e brilli di una luce meridiana, tutta sua. In un’autentica poesia è racchiusa un’aspirazione verso l’infinito della suprema bellezza e bontà».