Sara Giacomini, 2^A –
La Giornata della Memoria è stata istituita per ricordare le vittime della Shoah, cioè la persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti, avvenuta durante la seconda Guerra Mondiale in Europa.
È stato scelto questo giorno perché proprio il 27 gennaio 1945 vennero aperti i campi di concentramento nazisti, in particolare quello di Auschwitz, e vennero liberati gli ebrei sopravvissuti alle persecuzioni razziali.
Io e la mia classe, per commemorare le vittime dell’Olocausto, abbiamo visto un film sull’argomento intitolato “Un sacchetto di biglie”, tratto da una storia vera raccontata da Joseph Joffo.
Nel libro e nel film si narra la storia di una famiglia ebrea francese, in particolar modo dei due figli minori che, per sfuggire alla cattura e alle persecuzioni naziste, sono costretti a scappare nel sud della Francia. Dopo aver intrapreso un lungo e faticoso viaggio, affrontando diversi pericoli con coraggio e intraprendenza, i due riescono a sfuggire ai nazisti e a mettersi in salvo raggiungendo la madre e i due fratelli maggiori.
Il film è molto commovente, drammatico ed emozionante. Mi ha colpito particolarmente una frase che il protagonista ha detto a suo padre: <<Meglio uno schiaffo che fa male che non rivederti mai più>>.
Qualche giorno dopo la visione del film, abbiamo riflettuto insieme alla professoressa sul tema dell’Olocausto e ognuno di noi ha scritto un pensiero riguardo a questa triste pagina della storia su dei post-it, che abbiamo prima condiviso e poi incollato su un cartellone posto nell’atrio della scuola.
Affrontare questo argomento e ricordare questo triste evento mi ha fatto riflettere sulla crudeltà che in passato gli uomini hanno avuto verso altri uomini. Ho capito che è importante non dimenticare questi avvenimenti per non commettere l’errore di ripeterli nuovamente e per ricordare che tutti siamo uguali, al di là della religione, della posizione sociale, del colore della pelle e delle idee.