Classe I H
Il 3 marzo gli alunni della classe 1^ della sez. H della scuola secondaria di primo grado “P. N. Vaccina” di Andria, accompagnati dalle docenti, proff.sse Marianna Montenero e Violetta Petrelli, si sono recati presso il Museo diocesano intitolato a San Riccardo, vescovo e patrono della città di Andria.
Il Museo, situato nel centro storico, a breve distanza dalla Cattedrale, è un piccolo gioiello per il consistente patrimonio di opere d’arte.
Esso fu istituito nel 1972 con decreto vescovile di Sua Eccellenza Giuseppe Lanave, ristrutturato, poi, nel 2019. Lo scopo fu recuperare, custodire e conservare le opere artistiche del territorio diocesano. Interessante è stato conoscere l’origine del luogo: vi erano delle docce utilizzate dagli agricoltori, che lavoravano per conto di altri.
Il Museo si sviluppa su tre livelli: il primo piano accoglie le opere, che vanno dal Duecento al Quattrocento, tra cui due grandi Tavole raffiguranti la Vergine vestita da regina, che protegge la città di Andria e il Cristo risorto, che benedice la città. Queste bellissime Tavole erano state utilizzate come ante di un armadio, sicuramente appartenente ad una famiglia nobile, poi, recuperate.
Il secondo piano è ricco di opere risalenti al periodo, che va dal Cinquecento all’Ottocento, testimonianza dell’arte e della fede delle diverse confraternite e della nascente borghesia cittadina. L’opera “La Maddalena al sepolcro” del pittore A. Fracanzano mette in risalto la Maddalena, che riflette, dopo aver trovato aperto il sepolcro di Gesù. “Sono stata colpita dall’espressività e dai colori vivaci utilizzati dall’artista” ha commentato Alice Scarcelli.
Nel Museo è conservata copia in argento della Sacra Spina, portata ad Andria nel 1308 da Beatrice d’Angiò, figlia di Carlo II d’Angiò, il busto di Francesco I del Balzo, cui la città di Andria è molto legata, perché a lui si deve il ritrovamento delle ossa di San Riccardo il 23 aprile 1438 ed ancora il dipinto raffigurante l’incoronazione di San Riccardo, primo vescovo della città di Andria, mentre gli angeli gli pongono la mitra e gli consegnano il pastorale.
L’esperienza è risultata molto interessante, perché i ragazzi hanno approfondito la conoscenza sulle origini della propria città, facendo tesoro della sua ricchezza.