Il giorno 9 Novembre 2023 Papa Francesco ha accolto a braccia aperte tutti i membri della comunità LGBTQ+ all’interno della chiesa. Anche loro potranno fare da testimoni ai matrimoni, da padrini ai battesimi e i figli di coppie gay, adottati o nati attraverso l’inseminazione o il sistema dell’utero in affitto, potranno ricevere i sacramenti. Il percorso da fare però è ancora lungo e impervio. Purtroppo all’interno della chiesa figure come vescovi sostengono leggi che criminalizzano l’omosessualità o discriminano la comunità LGBTQ+. Il papa ha quindi attribuito questi atteggiamenti al background culturale e per combatterlo, all’interno della comunità del Signore, ha spronato gli interessati, ma soprattutto i vescovi, a subire un processo di cambiamento per riconoscere la dignità di tutti. “Questi vescovi devono fare un processo di conversione, dovrebbero usare la tenerezza come Dio ha per ciascuno di noi “. “A chi vuole criminalizzare l’omosessualità vorrei dire che si sbaglia. Essere omossessuali non è un crimine “. Queste sono le parole del pontefice già prima che il dicastero della dottrina della fede confermasse la decisione presa. Non è la prima volta che Papa Francesco esprime il proprio parere sull’eguaglianza in ogni sua forma, ma è la prima volta nella storia della chiesa cattolica che si accettano formalmente TUTTI, seguendo quindi i costumi cristiani sulla parità e l’uguaglianza. Sempre più persone, soprattutto giovani, hanno paura di mostrarsi a Dio per il loro orientamento sessuale e la loro vera identità . La preoccupazione del pontefice è che questi figli di Dio non si sentano accettati e quindi il 3 Agosto 2023, a Lisbona, in occasione dell’incontro internazionale con i giovani dell’azione cattolica, ha espresso queste parole “Dio ama tutti i suoi figli così come sono “, per ribadire che i portoni della chiesa sono aperti e che Dio ha creato ognuno di noi a sua immagine e somiglianza, e che li ama per quello che sono. Ancora una volta il papa ha dimostrato la sua apertura mentale e nuovamente ci fa sentire parte di un’unica grande famiglia.