a cura di Sara Sorignani – classe III/E – scuola secondaria di I grado –
Il 5 Marzo 2021, ho assistito alla cerimonia online organizzata da GARIWO, in occasione della quale sono state scoperte le targhe dedicate a nuovi cinque giusti: Dag Hammarskjold, segretario generale dell’ONU, che dedicò la sua vita a far sì che le nazioni della Terra mantenessero la pace tra loro; Carlo Urbani, medico italiano, il primo che nel 2003 identificò la SARS e creò un protocollo di quarantena per evitarne la diffusione; Liu Xiaobo, cinese, simbolo della lotta per i diritti umani, e sua moglie Liu Xia, che lo sosteneva nella battaglia per la democrazia in Cina; Ruth Bader Ginsburg, giudice della corte suprema americana, che si batté strenuamente per la parità di genere, negli Stati Uniti d’America.
Secondo me, “i giusti” sono semplicemente persone che hanno fatto di tutto per salvare delle vite umane, anche mettendo a rischio la propria esistenza.
La mia bisnonna mi ha raccontato che, durante la seconda Guerra Mondiale, i suoi genitori avevano nascosto nella loro casa un partigiano che era ricercato dai Tedeschi, salvandogli così la vita; dopo circa venti anni, questo signore e’ riuscito a rintracciarli e ringraziarli per averlo salvato. Per me, nel loro piccolo, essi hanno fatto una grande cosa, restando in silenzio e senza cercare notorietà anche dopo l’accaduto! ”Giusti” anch’essi!!
Quando penso alla parola “Giusto”, mi vengono subito in mente i non Ebrei che durante la Shoah salvarono la vita a molti Ebrei, senza avere nulla in cambio; la loro dote principale era l’umiltà, perché questi uomini e queste donne non raccontavano nulla di ciò che avevano fatto, ritenendo di aver svolto solo il proprio dovere; questo ce lo ricorda la frase del Giusto Gino Bartali ”Il bene si fa, ma non si dice e certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”. Per me questa frase significa molto perché ci insegna a fare del bene in silenzio, senza fare troppa pubblicità, come invece spesso accade al giorno d’oggi, per l’eccessivo utilizzo dei social, dove tutti vogliono apparire ad ogni costo!.
Potremmo definire “nuovi giusti” anche tutte quelle persone che si impegnano a difendere i diritti dell’ambiente per un futuro migliore, come abbiamo potuto capire con l’incontro organizzato da AIESEC, dove si è parlato dei principali problemi del nostro pianeta, come ad esempio il riscaldamento globale, che e’ molto diverso dal cambiamento climatico; infatti quest’ultimo è un cambiamento naturale su cui noi non possiamo influire, invece il primo è un fenomeno causato dalle attività produttive umane.
Il momento che più mi è piaciuto è stato quando sono intervenuti i ragazzi della “Sea Shepherd”, cioè i volontari che si occupano della difesa dei mari; per fare ciò hanno bisogno di stare a contatto diretto con il mare e gli animali che ci abitano; infatti possiedono delle imbarcazioni specifiche e una di queste è fissa nel Mar Mediterraneo.
Quest’associazione svolge anche “l’Operation Siso” che è una campagna contro le attività di pesca illegali; questa operazione prende il nome da un capodoglio ritrovato nelle isole Eolie, rimasto incastrato in una rete, all’interno del cui corpo è stata ritrovata molta plastica!
Di questo incontro mi ha colpito molto il motto di Paul Watson, il fondatore di Sea Shepherd, nel 1977: ”Mettero’ il mio corpo tra l’arpione e la balena”.
Mi auguro che entro il 2030 riusciremo a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati dall’ Agenda dell’ONU; per far ciò, tutti noi dobbiamo impegnarci a preservare l’ambiente, anche modificando il nostro stile di vita, come, per esempio, riducendo l’utilizzo di automobili per percorrere brevi distanze, limitando l’uso dell’energia elettrica e dell’acqua potabile, limitando il consumo di carni rosse, adottando uno stile di vita ecosostenibile, perchè solo così riusciremo a rendere il pianeta un posto migliore in cui vivere noi e le generazioni future.