Ha giocato prevalentemente nel ruolo di guardia tiratrice ed è considerato tra i migliori giocatori della storia dell’NBA. Figlio di Joe Bryant e nipote da parte di madre di Chubby Cox, entrambi ex giocatori di basket, Bryant è cresciuto in Italia in senso sportivo, dove ha imparato i fondamentali europei, e ha disputato tutta la sua carriera professionistica nei Los Angeles Lakers, conquistando 5 titoli; è stato inoltre il primo giocatore NBA a militare nella stessa squadra per 20 anni. Con la Nazionale statunitense ha partecipato ai FIBA Americas Championship 2007 e ai giochi olimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012, vincendo la medaglia d’oro in tutte e tre le manifestazioni.
Il 4 marzo 2018 ha vinto il Premio Oscar insieme al regista e animatore Glen Keane, nella categoria miglior cortometraggio d’animazione per Dear Basketball, che ha sceneggiato ispirandosi alla sua lettera di addio al basket. Rientra tra gli sportivi più conosciuti al mondo e la sua carriera è ritenuta una delle migliori nella storia dello sport professionistico. Kobe iniziò a giocare a basket sin dai 3 anni e visse in Italia dai 6 ai 13 anni di età, spostandosi nelle varie città dei club per i quali giocava il padre. Tra il 1984 e il 1991 passò da Rieti a Reggio Calabria, per proseguire a Pistoia e infine a Reggio Emilia.Tornato negli USA si iscrisse all’high school, dove guadagnò fama a livello nazionale vincendo il titolo statale con la Lower Merion High School di Filadelfia.
Nel 1996, non ancora diciottenne, decise di fare il grande salto tra i professionisti e si dichiarò eleggibile per il Draft NBA senza passare per il college, nonostante vi fossero state offerte per lui da parte di prestigiose università come Kentucky e Duke.
Venne scelto dagli Charlotte Hornets come numero 13 assoluto; subito dopo gli Hornets cedettero ai Los Angeles Lakers i diritti su Bryant in cambio del ventottenne centro Vlade Divac.
I Lakers, prima dello scambio, organizzarono un provino per testare le qualità di Bryant e ne furono conquistati.
Debuttò tra i professionisti il 13 novembre 1996 in una sfida contro i Minnesota Timberwolves, senza segnare punti. All’epoca era il debuttante più giovane nella storia dell’NBA a 18 anni e 72 giorni.Durante la prima stagione a Los Angeles Bryant partì come riserva; nei playoffs Bryant mostrò di essere ancora poco esperto.
Comunque le sue prestazioni gli valsero l’ingresso nell’All-Rookie Second Team, diventando il più giovane della storia a esserci entrato. Le critiche dovute ai tiri sbagliati contro i Jazz fortificarono Bryant che nella stagione successiva giocò di più e meglio, partendo col piede giusto e facendo vincere i Lakers. A fine anno raddoppiò la sua media, che salì a 15,4 punti a partita. Allo stesso tempo cominciò a mostrare le sue qualità: il voto dei tifosi lo inserì nel quintetto base per l’All-Star Game di New York (record come più giovane titolare nella storia della rassegna), mentre al termine dell’annata arrivò secondo nelle votazioni come miglior 6º uomo dell’anno. Nonostante la squadra avesse faticato durante l’anno, Bryant disputò una buona annata, e nei playoffs piazzandosi in ottima posizione. A fine anno venne incluso per la prima volta nell’All-NBA Team (precisamente nel terzo).Il 26 gennaio 2020, Bryant, sua figlia di tredici anni Gianna e altre sette persone sono state vittime di un incidente aereo. Il velivolo, di proprietà di Bryant, è precipitato a Calabasas, alle 9:47 circa, prendendo fuoco. I vigili del fuoco della contea di Los Angeles hanno spento l’incendio alle 10:30 confermando la morte di tutti i passeggeri. Secondo i primi rapporti l’elicottero si è schiantato a causa della nebbia fitta.
Il 7 febbraio si è tenuto, al Pacific View Memorial Park nella Corona del Mar in California, il funerale strettamente privato, dove sono stati sepolti. Una commemorazione pubblica si è tenuta il 24 febbraio a Los Angeles, dove si sono riunite persone comuni, tante personalità del mondo del basket NBA e amici di Bryant. F. Gammarota 2^H