Come tutti gli appassionati di calcio sanno l’Italia ha sempre avuto una buona squadra, con cui si è sempre qualificata al campionato del mondo, dai tempi di Alessandro del Piero, Francesco Totti e Roberto Baggio, detto anche “il divin codino”, ad oggi con Jorginho, Ciro Immobile e Gianluigi Donnarumma. Nonostante le sconfitte talvolta subite, alcune meritatamente, altre meno, la Nazionale ne ricorda una che l’ha segnata profondamente. Si tratta di quella subita nella partita Italia- Corea del Nord, nel campionato del mondo del 2002. L’Italia era partita per l’estremo oriente come una delle favorite. La sua rosa era infatti composta da campioni all’apice della loro carriera che avrebbero dovuto affrontare gli avversari al World Cup Stadium, alle ore 20:30 italiane, il 18 giugno 2002. L’opinione pubblica riteneva gli azzurri favoriti insieme alla Francia, all’epoca campione in carica, e all’Argentina di Batistuta e Crespo. La FIGC, dopo diverse partite arbitrate pessimamente, richiese che gli incontri del mondiale fossero arbitrati da “un fischietto di caratura internazionale”. Venne sorteggiato uno sconosciuto ecuadoriano, Byron Moreno, che diverrà il protagonista assoluto dello sciagurato mondiale italiano. Il 18 giugno 2002 Trapattoni, consapevole del fatto che si giocasse la partita più importante, schierò in campo tre punte: Vieri, Totti e Del Piero. L’inizio partita venne dominato dagli azzurri. Moreno però dimostrò subito l’avversione per la nostra squadra e in pochissimo tempo estrasse il cartellino giallo per Coco. Panucci e Seol si strattonarono e, per il fischietto sudamericano, non c’era dubbio, era calcio di rigore per i padroni di casa. Dopo lo scampato pericolo, Totti battè il corner in mezzo all’area e Vieri, di testa, portò avanti i nostri. Il pubblico di casa che tifava a squarciagola per la Corea venne così zittito. Hiddink, allora, mandò i suoi all’assalto. Del Piero fu costretto ad abbandonare il campo con un occhio nero causato da una gomitata non sanzionata. Coco prese un colpo alla testa e fu costretto a giocare per tutti i minuti con un’enorme fasciatura, ma anche in questo caso Moreno sembrò non vedere e il gioco proseguì. Zambrotta subì un brutto fallo da dietro che, regolarmente sarebbe da cartellino rosso, ma ancora una volta, dal taschino dell’arbitro non fece capolino alcun cartellino. Dopo due occasioni divorate da Vieri, Francesco Totti corse con la palla a centrocampo, saltò l’ultimo difensore e questo lo fece rovinosamente cadere a terra. Per tutti, anche i non addetti ai lavori sarebbe stato un calcio di punizione ma, per l’ennesima volta Moreno lasciò correre. Quando mancavano tre minuti al 90esimo, Panucci regalò il pallone a Seol che mise a segno un gol e così pareggiò. Tra botte, strattoni e falli la partita proseguì finché, ai tempi supplementari, Totti venne espulso per simulazione, dopo aver ricevuto il secondo cartellino giallo. Il clima non solo si scaldò ma divenne rovente. Gli azzurri accerchiarono l’arbitro mentre Trapattoni colpì con il pugno il plexiglass che lo divideva dagli addetti FIFA. Il guardalinee argentino Rattalino annullò il golden goal di Tommasi, partito in chiara posizione regolare. Per la Nazionale ormai la disfatta era imminente. Il goal del 2 a 1 venne segnato da Ahn, giocatore del Perugia. Così l’Italia fu eliminata agli ottavi di finale. Il mondiale 2002, che vedeva l’Italia favorita, è diventata una delle spedizioni più deludenti della nostra storia ricordata dai più come il mondiale dei rimpianti.