IQBAL

di | 2018-12-03T10:12:34+01:00 3-12-2018 9:26|Alboscuole|0 Commenti
di Fabiana Palumbo (classe III^A) – Durante le ore di lettura in biblioteca ci siamo dedicati al libro IQBAL con relativa discussione tra di noi. TITOLO:    IQBAL ANNO DI NASCITA:   1998 DURATA:   100’ NAZIONE:   ITALIA, SRI LANKA GENERE:    DRAMMATICO/BIOGRAFICO REGIA:  CINZIA TH TORRINI SCENEGGIATURA:  JAMES CARRINGTON, FRANCESCO MARCUCCI, ANDREA PURGATORI CAST: MOHAMED RIZLAN (IQBAL PICCOLO); RAJINDA JAYASINGHE (IQBAL A 12 ANNI); GANGANI WIJAYAWICKREMA (ASIRA);SAMUDRA GUNSEKERA (TAREK); ROSHAN SETH (ULLA KHASI) LA TRAMA: Iqbal è appena un bambino quando deve abbandonare la casa in cui è nato; i suoi genitori lo hanno venduto al titolare di una fabbrica di tappeti. Nella sua fabbrica, il proprietario costringe decine di bambini a lavorare, imponendo loro turni massacranti  e regole crudeli. Insieme con Iqbal, molti altri bambini lavorano ai telai; con alcuni di loro il giovane protagonista stringerà un legame indissolubile di amicizia e solidarietà. Il desiderio di fuggire accompagna ogni singolo giorno di lavoro nella fabbrica, ma spesso a vincere è la paura delle punizioni inflitte a chi tenta di ribellarsi. Eppure Iqbal riuscirà ad abbattere il muro di silenzio che ha sempre protetto i responsabili dello sfruttamento; riuscirà a rendere noto a tutto il pianeta il dramma della miseria e della riduzione in schiavitù dei bambini. Purtroppo, però, il prezzo che Iqbal dovrà pagare per il suo gesto coraggioso sarà altissimo.   PERCHE’ QUESTO FILM: “Iqbal”, girato tra Italia e Asia, offre uno spaccato realistico e commovente di una  grave questione che ancora oggi affligge molti paesi: il lavoro minorile. Il film,però, non si limita a mostrare le condizioni di lavoro dei bambini, incatenati ai telai e quotidianamente sottoposti a minacce e ritorsioni; offre anche un quadro complessivo della miseria che affligge ampie aree del mondo. La pellicola mostra la vita quotidiana di villaggi in cui la povertà è molto profonda che in molte famiglie la “vendita”dei figli appare una scelta inevitabile, per quanto orrenda. Ma il film di Cinzia ThTorrini unisce alla denuncia anche un altro elemento fondamentale :La speranza. Gli uomini che costringono di appena cinque anni a lavorare ai telai possono contare su una rete di complicità che,in alcuni casi ,coinvolge perfino alcuni esponenti delle forze dell’ordine. La prospettiva di cambiare un tale sistema, dunque, dovrebbe apparire impossibile. Eppure il coraggio di un bambino offrirà il suo contributo per un primo cambiamento. Iqbal non sopravvivrà alla sua battaglia. Ma il suo esempio, le sue parole, il suo coraggio indicheranno per sempre la strada.