È da un po’ ormai che l’Italia è stata considerata “zona rossa”; è da un po’ che tutti sono tenuti a restare in casa, a prendere le dovute precauzioni per prevenire questa drammatica situazione del COVID19.
In questo momento in cui il tempo si è fermato, in noi riaffiorano pensieri e riflessioni.
Per noi maturandi probabilmente il 2020 sarebbe dovuto essere l’anno del cambiamento, del riscatto, della realizzazione personale, della fine di un percorso di studio che termina con la maturità, fase in cui si raccoglie ciò che si ha seminato durante gli anni, dal punto di vista scolastico ma anche personale, grazie ai compagni di classe e agli insegnanti, i quali a loro modo, hanno insegnato qualcosa ad ognuno di noi.
Tuttora, anche attraverso la didattica a distanza di cui stiamo usufruendo, abbiamo modo di avere un contatto seppur virtuale con amici e professori.
Questa didattica a distanza essenzialmente serve per fare lezione, ma per noi studenti è un modo per sentirci vicini, anche attraverso le videolezioni. Vedere un professore che, oltre a fare il proprio lavoro d’insegnante cerca di consolarti, di rubarti un sorriso o di risollevarti l’umore fa la differenza.
E quindi anche in questo momento di particolare drammaticità, la scuola non si è fermata, e non è stato soppresso a nessuno studente il diritto all’istruzione, alla nostra formazione personale e culturale.
L’Italia in questo momento critico ha bisogno che ogni cittadino faccia il proprio dovere; medici, forze armate stanno dando un aiuto esaustivo e ciò li rende fieri di essere italiani. Dunque, per dare un aiuto all’Italia anche noi dobbiamo dare il nostro contributo restando a casa; per quanto ciò possa essere frustante, per quanto la nostra libertà sia privatizzata, dobbiamo renderci efficienti e utili per uscirne, pur essendo consapevoli delle conseguenze economiche negative che il nostro Paese sarà costretto ad affrontare, a causa dell’interruzione di parte della produzione e di settori quali viaggi aerei, trasporti, turismo e ristorazione, o ancora dell’aggravarsi della crisi finanziaria.
Dal punto di vista personale questo periodo paradossalmente potrebbe essere un periodo di crescita per ognuno di noi, essere per tutti una grande occasione, per apprezzare ciò che abbiamo sempre dato per scontato, per far nascere nuovi sentimenti come la reciprocità, il senso di appartenenza, la responsabilità condivisa, per capire che per ogni nostra azione dipendono le sorti di tutti e non solo le nostre.
Tutti potremmo approfittare di questo tempo per imparare a vivere senza rimpianti, a prenderci più cura degli altri e a guardarci negli occhi, solo così potremmo dire di esserne usciti migliori.
BETTA CANCIELLO (5^A)