di Vittoria Alù e Alessandra Zagarella
INTERVISTA AL DOCENTE DI SOSTEGNO OMAR GUARRACI
Chi è Omar Guarraci?
Omar Guarraci è un insegnante di sostegno di 30 anni. Lavoro nelle scuole di Milano.
Ti piace fare l’insegnante?
Mi piace fare l’insegnante, è un lavoro che ho iniziato da qualche anno.
Come ti trovi con i tuoi alunni?
Il rapporto che riesco a creare con i miei alunni è sempre positivo e di fiducia reciproca. Quindi riesco ad instaurare ottimi rapporti con gli alunni.
Quando i tuoi alunni si comportano male, come reagisci?
Mantengo sempre la calma. A volte metto qualche nota sul diario, spiegando sempre ai miei alunni quali atteggiamenti giusti adottare e riflettere su quelli sbagliati.
I tuoi alunni vanno bene a scuola?
Visto e considerato che la maggior parte sono di origine straniera (ad esempio arabi), spesso si riscontrano difficoltà nel leggere e nello scrivere correttamente in italiano. Tuttavia negli ultimi mesi sto riscontrando leggeri miglioramenti.
Perché hai deciso di fare questo lavoro?
Perché mi piace accompagnare gli studenti nel loro percorso di crescita personale e culturale, aiutandoli in caso di difficoltà.
Hai mai pensato di cambiare lavoro?
Da quando ho iniziato questo lavoro ho mostrato di non voler cambiare lavoro, in quanto il raggiungimento degli obiettivi da parte dei miei alunni mi spinge sempre più ad apprezzare ciò che insegno giornalmente ai bambini, facendomi superare anche eventuali criticità.
Quale disciplina ti piace insegnare?
Il mio ruolo è quello di essere un insegnante di sostegno, vale a dire colui che supporta gli alunni che hanno bisogno nelle varie discipline, quali matematica, italiano, geografia, storia ecc.
La tua più grande soddisfazione.
La mia più grande soddisfazione è quella di vedere gli alunni raggiungere ottimi risultati sia dal punto di vista didattico che relazione.
Un fatto particolare accaduto a scuola.
Un fatto accaduto recentemente riguarda un bambino che non voleva andare a scuola. Questo alunno adesso, dopo mesi, viene a scuola col sorriso e, tornato a casa, svolge tutti i compiti che gli vengono assegnati.
Vittoria Alù
INTERVISTA ALLA PROF.SSA MICHELA DI GANGI
Chi è Michela Di Gangi?
Una persona che si è realizzata nella vita e che ha superato le 60 primavere.
Ti piace fare l’insegnante?
Sì, è la mia passione. L’insegnamento per me è uno dei mestieri più gratificante e dinamico del mondo, infatti il rapporto umano che si instaura con gli alunni difficilmente si può trovare in un altro lavoro.
Come ti trovi con i tuoi alunni?
Abbastanza buono, con loro ho un buon rapporto. Sono autorevole ed empatica con loro e spesso ricevo dei messaggi da alunni che ormai sono inseriti nel mondo del lavoro o frequentano l’università.
Quando i tuoi alunni si comportano male, come reagisci?
Li guardo fisso negli occhi, sto in silenzio e loro capiscono subito che hanno sbagliato. A volte sono costretta ad usare il registro mettendo qualche nota disciplinare o telefonando alle famiglie.
I tuoi alunni vanno bene a scuola?
Vi sono alunni che studiano e si impegnano perché si sono prefissati un obiettivo, ma alcuni sembrano ancora fragili e disorientati.
Perché hai deciso di fare questo lavoro?
Ho deciso di fare questo lavoro dopo l’università perché avevo voglia di trasmettere ad altri le mie competenze e perché mi piaceva stare con i giovani, l’idea di poter educare mi affascinava.
Hai mai pensato di cambiare lavoro?
Nonostante io ami il mio lavoro penso che fare tutta la vita lo stesso lavoro sia riduttivo. Se avessi avuto la possibilità di cambiare avrei svolto un lavoro nell’ambito scientifico e sanitario.
Quale disciplina ti piace insegnare?
Mi piace insegnare le mie discipline sportive scienze motorie e discipline sportive, anche se mi appassiona tanto il mondo dell’educazione civica.
La tua più grande soddisfazione.
La mea più grandi soddisfazioni le ho avute nel mondo delle competizioni sportive, infatti spesso i miei studenti hanno partecipato a competizioni a livello nazionale in tantissime specialità sportive.
Un fatto particolare accaduto a scuola.
Un fatto particolare e triste è stato aver perso una mia collega insegnante durante una gita d’istruzione e di aver gestito questo evento inaspettato nel migliore dei modi.
Alessandra Zagarella