- Quali sacrifici hai fatto per il tuo sport?
- Lo sportivo non vive il sacrificio…il vero sacrificio che ho vissuto è avvenuto dal 2009 in poi, quando è nato mio figlio Mattia e lasciare la mia famiglia per andare a combattere è stata un po’ dura. Però se prima combattevo per l’Italia, ora combattevo per l’Italia ma soprattutto per la mia famiglia ed è più bello. Quando le cose si fanno con piacere non è un sacrificio.
- Quanti giorni ti allenavi alla settimana?
- Un atleta vero si comporta tutto l’anno da atleta. Io mi allenavo sei giorni su sette. Solitamente facevamo due allenamenti al giorno, però mi è capitato in alcuni momenti della preparazione di fare tre allenamenti al giorno sei giorni su sette.
- Quali erano le sensazioni che provavi quando vincevi e quando venivi sconfitto?
- La vittoria è una sensazione meravigliosa, è la stessa sensazione che provate voi quando gli insegnanti vi danno un voto alto. Quando si perde, bisogna riflettere sulla sconfitta. Purtroppo nello sport a volte si perde perché l’avversario è più forte, quindi bisogna accettare la sconfitta e cercare di migliorare.
- Quanto è stato importante per vincere la medaglia d’oro avere all’angolo un allenatore Campione del mondo come Francesco Damiani?
- L’allenatore in generale è molto importante e va rispettato. Avere Francesco Damiani all’angolo per me è stato molto importante. Lui mi ha raccontato la sua esperienza e io un po’ l’ho vissuta. Lui è stato alle Olimpiadi e in finale ha perso…Alle Olimpiadi di Pechino era con me ed io volevo far riscattare anche lui. Grazie alla mia vittoria è come se avesse vinto anch’egli.
- A chi hai pensato quando hai vinto la medaglia d’oro?
- Ho pensato alle persone più importanti della mia vita, cioè alla mia famiglia ma anche a me stesso.
- Quale dieta seguivi quando praticavi questo sport?
- A pranzo mi alimentavo con pasta e carne mentre la cena era a base di carne e verdure. Non mi facevo però mancare qualche dolcetto.
- E’ stato più difficile vincere la medaglia olimpica o il campionato mondiale?
- Sicuramente è stato più difficile vincere il campionato mondiale.
- Quante medaglie hai?
- Ne ho tante. Io ho iniziato a fare questo sport per entrare nella storia. Vincere la medaglia mi ha fatto entrare nella storia, perché la medaglia olimpica è per sempre, quindi io sono nella storia del pugilato.
- Quale sport avresti scelto se non avessi fatto pugilato?
- Io da piccolo ho fatto diversi sport: calcio, basket, pallavolo. Ho scelto il pugilato perché lo preferivo rispetto agli sport di squadra: la vittoria o la sconfitta era determinata soltanto da me stesso.
- Qual è stato il tuo incontro più duro?
- L’incontro più duro è stato quello della finale olimpica di Londra.
- Chi le ha trasmesso la passione per il pugilato?
- Quando ero ragazzino, vicino a casa mia c’era una palestra dove si allenavano i pugili. Un giorno sono an-dato ad assistere agli allenamenti e sono rimasto affascinato, così ho iniziato a praticarlo.
- Perché alcuni pugili indossano il casco ed altri no?
- L ‘ uso dello specifico caschetto protettivo è obbligatorio per tutti gli incontri di pugilato a livello dilettantistico, mentre non è obbligatorio per i professionisti.
- Hai trasmesso ai tuoi figli la passione per questo sport?
- Io lascio i miei figli liberi di fare le proprie scelte. Al momento non sembrano interessati, però non mi dispiacerebbe se lo praticassero.
- Cosa si prova ad essere campione del mondo?
- Si prova una sensazione meravigliosa! Mi sono sentito fiero di me stesso, perché sentivo di aver onorato lo sport attraverso l’impegno nel migliore dei modi.
a cura degli alunni delle classi terze, plesso “Patrono d’Italia” –
Nell’ambito del progetto del CONI UMBRIA denominato “Campioni in cattedra”, la scuola primaria Patrono d’italia ha avuto l’onore e il piacere di incontrare il Campione mondiale ed olimpico di pugilato Roberto Cammarelle. Di fronte ad un pubblico di bambini ed insegnanti, il campione ha raccontato la sua esperienza umana e sportiva sollecitando tante domande da parte delle classi coinvolte. Ecco a voi, qui di seguito, le più significative.