Il live è un’alternativa ed, in quanto
tale, è molto divertente, l’unica vera e possibile. Che ci vai a fare
in una sala del cinema
se il film lo puoi vedere quando vuoi? In
questo modo svanisce
la magia.”
Queste le parole di
Emilio Solfrizzi, attore
e comico italiano, che
abbiamo intervistato
al Teatro Nuovo di
Ferrara poco prima
dell’inizio del suo
spettacolo “A testa in
giù”.
In un intervista,
tempo fa, ha affermato che “più teatro c’è meglio è”, è
ancora di questa
opinione?
“Più che mai! Adesso
il live è tornato di
moda, anche se non
amo particolarmente
questo termine, ed è
un’esperienza indimenticabile, che non
puoi vedere in un video, la devi vivere per
quella che è, un momento unico in cui ti
puoi immedesimare
solo quella sera. Ti ritrovi immerso in un
rapporto vero, reale
dove siamo parola, voce, carne, presenza,
sudore, dove è presente il legame tra artista e pubblico. Perché ora nessuno compra più i dischi, ma
migliaia di persone
partecipano ai concerti? Perché ora il live
funziona.”
Lei è brillante in tutte le interpretazioni
e suscita il riso degli
altri, a lei cosa fa ridere?
“Mi piacciono i comici
del passato, quelli veri, che sanno far ridere
anche con il corpo o
anche quelli che ti scatenano una risata di
pancia. Amo meno
una comicità esclusivamente di parola ed
intellettuale. Buster
Keaton, a parer mio
rimane tutt’oggi un
genio. Come anche tò, Sordi, Albanese e
la Cortellesi.
Poi devo ammettere
che in questo periodo è veramente difficile far ridere. Mediamente è molto
più difficile far ridere
che piangere, ed è
per questo che il lavoro del comico viene ritenuto difficoltoso ed è nettamente meno rispettato.
Il comico induce alla
vicinanza, all’amicizia, alla “pacca sulla
spalla” ed è bellissimo. Invece l’attore
drammatico mette una
certa distanza, incute
timore ed anche un
certo rispetto.”
Checco Zalone ha
dichiarato più volte
di essersi ispirato a
dei suoi personaggi,
siete entrambi pugliesi, potete definirvi amici?
“No, non siamo amici,
ci siamo incontrati più
volte; mi ha fatto molto piacere che lui abbia dichiarato con
grande onestà di essersi ispirato a mie
creazioni.
Non siamo in contatto,
perché io vivo a Roma
da tantissimi anni, invece lui ha avuto la
fortuna di non dover
andar via ed è rimasto
in meridione. La cosa
che ci unisce è che il
suo autore, che è diventato anche il suo
regista, con il quale ha
scritto i suoi film di
successo, si chiama
Gennaro Nunziante ed
era la terza persona
del duo “Toti e Tata” (ndr: il duo con il
quale ha esordito Solfrizzi nei primi anni
novanta) di cui è stato
anche l’autore per anni.”
Avete mai pensato
di lavorare insieme
lei e Checco Zalone?
“No, non ci siamo mai
proposti questo e credo che lui non ne abbia bisogno”
C’è qualche attore
con cui le piacerebbe lavorare e non ne
ha ancora avuto
l’occasione?
“Ora mi sto togliendo
la soddisfazione di lavorare con una grande
attrice come Paola Minaccioni, in passato ho
già avuto la fortuna di
recitare con tanti attori e attrici, che sono
già nella storia del costume italiano. Ci sono
registi con cui ancora
non ho lavorato, ma
mi piacerebbe tantissimo. Io sono certo di
essere un attore perfetto per Virzì.
Inoltre mi piacerebbe
lavorare con Verdone,che io trovo davvero carismatico,intelligente e trasversale, un comico
che non è mai venuto
meno a se stesso.”
Nicolò Baglioni, Laura Bersanetti