//Incontro con Emilio Solfrizzi

Incontro con Emilio Solfrizzi

di | 2019-02-24T16:20:46+01:00 24-2-2019 16:20|Alboscuole|0 Commenti
Il live è un’alternativa ed, in quanto tale, è molto divertente, l’unica vera e possibile. Che ci vai a fare in una sala del cinema se il film lo puoi vedere quando vuoi? In questo modo svanisce la magia.” Queste le parole di Emilio Solfrizzi, attore e comico italiano, che abbiamo intervistato al Teatro Nuovo di Ferrara poco prima dell’inizio del suo spettacolo “A testa in giù”. In un intervista, tempo fa, ha affermato che “più teatro c’è meglio è”, è ancora di questa opinione? “Più che mai! Adesso il live è tornato di moda, anche se non amo particolarmente questo termine, ed è un’esperienza indimenticabile, che non puoi vedere in un video, la devi vivere per quella che è, un momento unico in cui ti puoi immedesimare solo quella sera. Ti ritrovi immerso in un rapporto vero, reale dove siamo parola, voce, carne, presenza, sudore, dove è presente il legame tra artista e pubblico. Perché ora nessuno compra più i dischi, ma migliaia di persone partecipano ai concerti? Perché ora il live funziona.” Lei è brillante in tutte le interpretazioni e suscita il riso degli altri, a lei cosa fa ridere? “Mi piacciono i comici del passato, quelli veri, che sanno far ridere anche con il corpo o anche quelli che ti scatenano una risata di pancia. Amo meno una comicità esclusivamente di parola ed intellettuale. Buster Keaton, a parer mio rimane tutt’oggi un genio. Come anche tò, Sordi, Albanese e la Cortellesi. Poi devo ammettere che in questo periodo è veramente difficile far ridere. Mediamente è molto più difficile far ridere che piangere, ed è per questo che il lavoro del comico viene ritenuto difficoltoso ed è nettamente meno rispettato. Il comico induce alla vicinanza, all’amicizia, alla “pacca sulla spalla” ed è bellissimo. Invece l’attore drammatico mette una certa distanza, incute timore ed anche un certo rispetto.” Checco Zalone ha dichiarato più volte di essersi ispirato a dei suoi personaggi, siete entrambi pugliesi, potete definirvi amici? “No, non siamo amici, ci siamo incontrati più volte; mi ha fatto molto piacere che lui abbia dichiarato con grande onestà di essersi ispirato a mie creazioni. Non siamo in contatto, perché io vivo a Roma da tantissimi anni, invece lui ha avuto la fortuna di non dover andar via ed è rimasto in meridione. La cosa che ci unisce è che il suo autore, che è diventato anche il suo regista, con il quale ha scritto i suoi film di successo, si chiama Gennaro Nunziante ed era la terza persona del duo “Toti e Tata” (ndr: il duo con il quale ha esordito Solfrizzi nei primi anni novanta) di cui è stato anche l’autore per anni.” Avete mai pensato di lavorare insieme lei e Checco Zalone? “No, non ci siamo mai proposti questo e credo che lui non ne abbia bisogno” C’è qualche attore con cui le piacerebbe lavorare e non ne ha ancora avuto l’occasione? “Ora mi sto togliendo la soddisfazione di lavorare con una grande attrice come Paola Minaccioni, in passato ho già avuto la fortuna di recitare con tanti attori e attrici, che sono già nella storia del costume italiano. Ci sono registi con cui ancora non ho lavorato, ma mi piacerebbe tantissimo. Io sono certo di essere un attore perfetto per Virzì. Inoltre mi piacerebbe lavorare con Verdone,che io trovo davvero carismatico,intelligente e trasversale, un comico che non è mai venuto meno a se stesso.” Nicolò Baglioni, Laura Bersanetti