Angelica Marie Lourdes Rossini – “LIBERA”: un’unica parola che può portarci a tanti ricordi e il cui significato esprime la nostra voglia di vivere e di fare nuove esperienze. E forse è anche per ciò che questo nome è stato attribuito a quelle persone che della vita sono state private e non possono più respirare quest’aria che forse non profuma più tanto di libertà. È la mafia che opprime questa vita protetta dall’omertà di chi ha paura di parlare, ma che ha tolto la parola a tanti. Il 21 marzo del 2019, giorno scelto per ricordare tutte le vittime della mafia, anche la città di Formia ha aderito alla manifestazione con la partecipazione di tutte le scuole. È stato bello vedere tanti ragazzi riuniti per un’unica ragione: la GIUSTIZIA, un principio che nei tempi odierni viene a volte sottovalutato, ma per il quale negli anni tante persone hanno lottato e lottano ancora oggi. “Lottatori”, li chiamiamo così, quelli che, come Don Peppe Diana in passato e Don Luigi Ciotti oggi, si battono per amore del popolo. Ma questa lotta contro il fenomeno mafioso la dobbiamo compiere soprattutto noi giovani. «L’impegno parte dalla consapevolezza. Vanno rotti muri di ipocrisia e la prima consapevolezza è che può partire una lotta ancora più dura a ogni forma di illegalità. Una battaglia che vive di memoria, di impegno e di una rilanciata vigilanza del pubblico, dopo i successi recenti delle forze dell’ordine verso il fenomeno mafioso». Queste sono parole dure, parole dette da persone troppo stanche di restare solo a guardare e pronte a reagire, a cambiare. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato: «Vogliamo liberare la società dalle mafie. È un traguardo doveroso e possibile, che richiede da parte di tutti impegno, coerenza, piena coscienza delle nostre responsabilità di cittadini». È un messaggio volto a sottolineare l’importanza di questa giornata e che ci induce a trascorrerla all’insegna del bene comune. Anche noi Formiani, come tanti altri cittadini, siamo pronti a contribuire e a demolire quei muri che molte volte si sono alzati per diversità, per le guerre, per impedire la libera circolazione. Svincoliamoci dagli stereotipi e poniamo fine al conformismo che opprime e annebbia gli occhi. Facciamo sì che la parola “LIBERA” rimanga tale per ognuno, cioè un inno alla libertà e alla lotta, e non solo una parola usata per contraddistinguere un’associazione che combatte contro i fenomeni mafiosi. E ci auguriamo che tutti coloro che si lasciano soggiogare dall’omertà usino più spesso la parola “Libertà”.