di N. Cretì, M. Mariano, N. Milanese, M. Moschettieri, R. Nuri, V. Spica, F. Totaro (2D)- Renata, Renata, grazie Renata! Questo è stato l’urlo di noi alunni rappresentanti delle oltre cinquanta scuole della Rete Veliero Parlante. Sorrisi ed impegno, questo “abbiamo indossato” durante la marcia che venerdì 12 ottobre ci ha visto visitare i luoghi cari a Renata Fonte. Si tratta della riserva naturale di Porto Selvaggio che la nostra eroina ha difeso donando in sacrificio la sua giovane vita. Un sacrificio che non è stato vano, finchè tanti ragazzi come noi grideranno il suo nome osservando, estasiati, una natura meravigliosa ed incontaminata. Insieme con noi alunni di tante scuole della provincia di Lecce, c’era l’associazione LIBERA di Don Ciotti a marciare in quei luoghi simbolo, proprio come dimostrazione della volontà di tutti di seguire le orme lasciate da Renata, contro ogni forma di speculazione, di avidità personale e di illegalità. Uno striscione recitava: “Renata è fonte di vita” ed esso ha accompagnato il flash mob che tutti noi, bendati provocatoriamente, abbiamo eseguito per ricordare il lungo periodo di oblio che ha avvolto la figura di questa grande donna, che solo dopo tanti anni è stata riconosciuta vittima della mafia. Ognuno di noi ha portato con sé un ibiscus in carta, fiore ritratto sull’orecchio di Renata in una sua famosa fotografia, che le abbiamo donato quando siamo giunti sul belvedere di Porto Selvaggio, lo abbiamo posato sotto l’iscrizione in sua memoria come simbolo di un ricordo che non deve sfiorire mai. Concludiamo affermando che abbiamo vissuto un giorno di “memoria operante”, per utilizzare i termini di un giornalista e non di semplice commemorazione, abbiamo compreso che tutti gli accadimenti del passato devono servire da monito per non commettere gli stessi errori e per indicarci il cammino verso la legalità.