Di Pierfrancesco Quercia – classe I sez. A   E’ proprio vero…si impara anche giocando! Oggi più di ieri ogni apprendimento che si possa definire significativo è inevitabilmente legato ad esperienze a tutto tondo, gratificanti, emotivamente intense, in cui ci si mette “in gioco” con l’intera persona. Abbiamo inventato una caccia al tesoro e abbiamo giocato proprio tra i banchi, nei corridoi e nei laboratori. Dovevamo capire dove l’indizio ci portasse e non è stato semplice ma tanto avvincente. Ogni tappa ci portava alla successiva e alla fine….un premio goloso…abbiamo diviso tra tutti noi delle cioccolate. Compresa la Professoressa…che è golosa! Il gioco,  come attività , ha tutte le caratteristiche necessarie affinché attraverso di esso si realizzi quello che studiosi di ambiti differenti definirono “apprendimento significativo”, il tipo di apprendimento più efficace e duraturo che le persone possano sperimentare. E noi a scuola alterniamo didattica e laboratori. Abbiamo vissuto una bellissima esperienza di gioco e di studio. Un compito di realtà che ci ha visti protagonisti di una caccia al tesoro. Vivere l’esperienza è il modo migliore per comprenderla ricordarla. Il gioco è quindi un’esperienza complessa e coinvolgente che ci ha permesso di partecipare, di essere protagonisti, di apprendere attraverso il fare accrescendo conoscenze e competenze. Questa attività divertente è nata da un modo di guardare diversamente la scuola, in un’ottica dove gioco e conoscenza sono un binomio vincente, non un ossimoro, e fanno parte di un’idea di scuola che ci ha permesso di “imparare in modo giocoso”: vivere cioè in classe l’avventura di imparare giocando, divertendosi, scardinando la tradizionale e ancora persistente idea che in classe si impara, con fatica e disciplina, e fuori dalla classe (o dopo il suono della campanella) si può giocare, sfogarsi, ridere e fare chiasso…