di Vidal Matilda Classe 3^ C. – I giovani si stanno avvicinando al volontariato sempre di più grazie alle scuole che da anni si impegnano a costruire dei percorsi didattici mediante attività o informazioni mirate a educare tutti gli studenti ad aiutare i più bisognosi. I numeri emersi dai sondaggi dicono che i giovani che fanno volontariato sono il 10% tra i 14 e i 17 anni e il 14% in età compresa tra i 18 e i 19 anni. Da un’attenta analisi di questi dati risulta che le percentuali riportate sono estremamente positive e incoraggianti, e messi a confronto con una società, come la nostra, la quale risulta essere caratterizza da comportamenti sociali dei ragazzi che hanno spesso atteggiamenti individualisti e non si curano o si preoccupino minimamente di osservare che ci sono delle persone che vivono quotidianamente in estrema povertà e in condizioni di vera miseria. E’ necessario anche sottolineare che ultimamente c’è un aumento di adesione da parte di alcuni di loro per frequentare i centri di servizi per il volontariato nei quali sono stati coinvolti numerosi studenti in esperienze di volontariato basati sulla difesa dei diritti e sul soccorso umanitario ma soprattutto nella tutela ambientale. Tra le motivazioni principali per cui si fa volontariato spiccano: il bisogno di essere e collaborare attivamente in un gruppo, la gratificazione di sentirsi utili, utilizzare il proprio tempo libero in attività costruttive. Ecco la mia personale esperienza: quando frequentavo la Scuola Primaria, le suore ci facevano portare ogni giovedì un euro che poi, una volta raccolta una somma adeguata, loro avrebbero provveduto ad elargirla in beneficenza ai bambini bisognosi dell’Africa. Attualmente provvedo a donare in buono stato, attraverso la Caritas, ai bambini poveri solo i vestiti che mi stanno piccoli, giocattoli che non utilizzo più e scarpe che mi stanno scomode. Sono molto d’accordo sul fatto di fare beneficenza perché, secondo me, questo modo di agire insegna a come socializzare con le persone e ad aiutare il prossimo.