di Giovanni Malvestio; Classe 2^ A. – Lo scorso 11 aprile di buon mattino le Classi 2^ A, 2^ B e 2 ^C della Scuola Secondaria di 1° grado annesse al Convitto Nazionale ‘Marco Foscarini’ di Venezia sono partite per un viaggio di istruzione a Firenze accompagnati dai docenti Bertoncello Giulia, Biasiotto Martina e Calatafini Giancarlo. Il viaggio si è rivelato un’ottima occasione per visitare Firenze e stare insieme, conoscersi meglio e socializzare. La prima tappa è stata “l’Antica porchetteria Granieri 1916”, la quale ha una lunga tradizione di ben 4 generazioni e che si trova nelle vicinanze della loggia del Mercato Nuovo, dove abbiamo potuto gustare buonissimi panini con la porchetta fiorentina. Adiacente ad essa c’è anche la loggia del Porcellino dove si trova una fontana di bronzo con sopra un cinghiale il cui naso viene toccato tutti i giorni da migliaia di turisti perché si dice che porti fortuna. Essa però è una copia, infatti precisamente è la copia dell’opera seicentesca di Pietro Tacca, che a sua volta è tratta dalla scultura di marmo di epoca romana oggi conservata agli Uffizi. Nel Cinquecento, sotto questa loggia, c’era un mercato di gioielli e tessuti preziosi, mentre ora ci sono bancarelle che vendono souvenir. Dopo il pranzo abbiamo raggiunto Piazza Santa Maria Novella, una piazza bellissima, anche se un po’ trascurata, vicino alla Stazione. In questa piazza c’è l’unica chiesa di Firenze con la facciata rinascimentale: infatti, le facciate delle chiese fiorentine più famose sono state realizzate molto tempo dopo, per esempio quelle del Duomo e di Santa Croce sono dell’Ottocento. In piazza Santa Maria Novella si teneva il palio di Firenze istituito da Cosimo I de’ Medici. Il palio si svolgeva ogni anno alla vigilia di San Giovanni che è il patrono di Firenze e consisteva in una gara di quattro cocchi che dovevano fare tre giri intorno alle due piramidi di legno presenti al centro della piazza, che sono state sostituite nel 1600 da due obelischi. Incontrata la guida, di nome Alessandra, ci siamo recati al Duomo di Santa Maria del Fiore, famoso per la cupola del Brunelleschi che allora era la più grande mai costruita. Sulla cupola è presente la palla del Verrocchio che durante un temporale cadde sulla piazza il 27 gennaio del 1601 e di collocò in un punto dove è stata posta una lastra circolare di marmo. La guida ci ha parlato del Campanile di Giotto, alto circa 85 m e rivestito di marmi bianchi, rossi e verdi e del Battistero di San Giovanni, nel quale Dante è stato battezzato e dove sono presenti otto porte di bronzo dorato di cui una realizzata da Lorenzo Ghiberti, cioè la porta del Paradiso. Successivamente ci siamo recati alla “Casa-museo di Dante” dove si dice, ma non è sicuro, che il poeta nacque nel 1265. La tappa successiva è stata Piazza della Signoria, che era il fulcro della vita politica fiorentina e dove si trovano: Palazzo Vecchio, sede del Governo Locale; gli Uffizi, il primo Museo al mondo, un tempo Uffici del Gran Ducato di Toscana, poi galleria d’arte della famiglia Medici; la loggia dei Lanzi, una galleria di sculture all’aria aperta dove spicca il Perseo di Benvenuto Cellini; la fontana del Nettuno di Bartolomeo Ammannati e il monumento equestre a Cosimo I de’ Medici Granduca di Toscana del noto artista Giambologna. Dopo aver ammirato la copia del David di Michelangelo e la Statua di Ercole e Caco di Baccio Bandinelli, poste all’entrata di Palazzo Vecchio e aver ascoltato un gruppo di musicisti che suonavano in una sala del palazzo, siamo andati a Ponte Vecchio, il ponte più antico della città che è l’unico a non essere stato abbattuto dai nazisti nella Seconda Guerra Mondiale. All’epoca dei Medici, dove ora ci sono le gioiellerie, c’erano i macellai che buttavano gli scarti di carne nell’Arno e i cui banchi spargevano cattivi odori tutto intorno. Cosimo I decise perciò che sul Ponte ci sarebbero stati solo gli orafi e i gioiellieri. Il Granduca di Toscana, infatti, voleva rendere più gradevole la zona su cui si inserisce il corridoio Vasariano, il quale passa su Ponte Vecchio, che lui stesso percorreva quotidianamente perché esso collegava gli Uffizi dove lavorava a Palazzo Pitti dove viveva. Dopo Ponte Vecchio abbiamo salutato la guida e siamo tornati in hotel. Il secondo giorno siamo arrivati in Piazza di Santa Maria del Fiore per svolgere un lavoro a gruppi sui vari monumenti della piazza e cioè il Duomo, il Battistero, il Campanile di Giotto e Santa Reparata. Il lavoro consisteva in fare delle foto al monumento assegnato, cercarne la storia online per poi fare un’esposizione, accompagnata dalle foto, del proprio edificio e/o monumento davanti agli altri gruppi e ai nostri docenti. Pertanto, ci siamo divisi in quattro gruppi composti da una decina di alunni/e ciascuno e dopo trenta minuti, utilizzati per ricavare informazioni e fare foto, ci siamo ritrovati e abbiamo condiviso con gli altri il materiale raccolto. Dopo di ciò, abbiamo visitato il Battistero, una delle più antiche chiese di Firenze, nonché un capolavoro del romanico italiano: il “Bel San Giovanni”, come lo chiamava Dante, che è un edificio a pianta ottagonale le cui pareti esterne sono rivestite di marmi bianchi e verdi mentre all’interno ci sono molti mosaici, cominciati da maestri di scuola bizantina, e terminati da artisti toscani del Duecento e Trecento. Questi magnifici pavimenti marmorei si ispirano a manufatti tessili mediorientali. Dopo pranzo, abbiamo visitato l’Antica Basilica di Santa Reparata, a cui si accede attraverso una scala posta all’interno del Duomo. È un antico tempio cristiano riportato alla luce durante alcuni scavi condotti tra il 1965 e il 1973, con la particolarità di un pavimento a mosaico decorato con la figura di un grande pavone, simbolo di eternità e resurrezione. Inoltre, ci sono resti paleocristiani, romani e carolingi; sepolture di varie epoche tra cui quella di Giovanni de Medici, di Giotto, di Guido Cavalcanti, e di Filippo Brunelleschi. In seguito siamo risaliti e abbiamo visitato il Duomo: la cattedrale di Santa Maria del Fiore che è una delle chiese più grandi al mondo, lunga 153 m, larga 90 m e alta 92, il cui nome allude al nome della città “Florentia” e al simbolo della città: ovvero il giglio; la pianta è composta da tre navate, il presbiterio è dominato dall’ottagono della grande cupola nella quale si aprono tre absidi. La prima pietra venne posta nel 1296 e il progetto originario era di Arnolfo di Cambio, la Chiesa fu consacrata nel 1436 e la facciata fu conclusa nell’Ottocento. La cupola è senza ombra di dubbio un capolavoro dell’arte e simbolo di Firenze e del Rinascimento. Fu costruita tra il 1420 e il 1436 su progetto del Brunelleschi, il diametro interno della cupola è di 45,5 m mentre quello esterno è di 54,8 m, è alta 116 m e pesa 37 mila tonnellate. Il tema degli affreschi che rivestono l’interno della cupola è stato scelto da Cosimo I de’ Medici, il Giudizio Universale, i quali fu proprio il Granduca a dare il compito di eseguirli al grande pittore Giorgio Vasari affiancato da Don Vincenzo Borghini. Quando il Vasari morì, solo una piccola parte della cupola era stata completata e l’incarico passò al pittore Federico Zuccari che riuscì a portare a termine il lavoro a cui dobbiamo l’immagine imponente di Lucifero che misura otto metri e cinquanta centimetri. Questo grande pittore finì i lavori degli affreschi nel 1579. Salutata la cupola e il Duomo, ci siamo avviati verso la Basilica di Santa Croce, il secondo edificio religioso più grande di Firenze e che è la Chiesa francescana più grande del mondo. Non siamo riusciti a visitarne l’interno ma abbiamo solo ammirato la grandiosità della facciata e delle statue al suo esterno. La Chiesa oltre a conservare oltre 4 mila opere di artisti che spaziano dal 200 al 900 come Giotto, Cimabue, Donatello, Vasari, Canova, ed altri, è ricca di tombe e monumenti funebri di personaggi molto importanti: Michelangelo, Galileo Galilei, Ugo Foscolo, Gioacchino Rossini, Nicolò Machiavelli e molti altri. All’esterno c’è un imponente statua di Dante Alighieri e all’interno c’è un suo monumento funebre ma senza corpo che è seppellito a Ravenna. Dopo di che ci hanno lasciato un’ora per fare shopping e per girare per le vie di Firenze; poi siamo rientrati in hotel a cenare. L’ultimo giorno ci siamo dati appuntamento con la guida alla Porta San Nicolò e siamo saliti a piedi per la via Giuseppe Poggi che ci ha portato nel Piazzale Michelangelo che è stato costruito da Giuseppe Poggi nel 1875. Al centro del piazzale si trova una copia gigantesca in bronzo del David di Michelangelo e ai suoi piedi ci sono le allegorie delle Cappelle Medicee di San Lorenzo. Il “Piazzale” come lo chiamano i fiorentini permette la migliore vista sulla città. La loggia caffè, che si trova al suo interno, anch’essa disegnata da Giuseppe Poggi, doveva essere destinata al museo di Michelangelo ma il progetto non ebbe seguito e fin da subito divenne un caffè panoramico. Lasciato il piazzale ci siamo diretti all’Abbazia di San Miniato al Monte. Miniato è stato il primo martire di Firenze e venne decapitato presso Porta alla Croce: dopo la decapitazione, Miniato, sotto gli sguardi increduli e inorriditi della folla, prese la sua testa e camminò fino al “Mons Florentinus” perché lì era il posto dove voleva morire; ora sul monte sorge l’Abbazia di San Miniato al Monte che conserva, nella cripta, ancora oggi, le reliquie di San Miniato. Nella Basilica è presente una meridiana solstiziale ancora funzionante, inoltre, sul pavimento è presente uno zodiaco marmoreo e nel mezzogiorno solare fiorentino del giorno del solstizio d’estate la meridiana illumina il segno zodiacale del cancro; ma questa scoperta è avvenuta solo nel 2011. Per finire siamo andati a Palazzo Pitti, per vederne l’esterno prima di salutare la guida e andare a pranzo; questo immenso palazzo venne fatto costruire da Luca Pitti la cui famiglia nel Quattrocento era ricca quasi quanto i Medici. Il Pitti affidò il progetto al più famoso e più pagato architetto di Firenze cioè Filippo Brunelleschi che però morì di lì a poco e lasciò il progetto a un suo allievo: Luca Fancelli. Purtroppo, in breve tempo la famiglia Pitti, a metà del Cinquecento si trovò in cattive acque e dovette rivendere il palazzo ai rivali di sempre: i Medici. Cosimo I così riuscì ad acquistare il palazzo a soli 9 mila fiorini, ovvero una cifra in quel periodo considerata molto bassa. Per concludere: durante questi tre giorni abbiamo potuto ammirare una delle più belle città di tutto il mondo stracolma di immensi palazzi, monumenti bellissimi e panorami mozzafiato. Firenze è una città che emoziona le persone che la scoprono. Personalmente sono rimasto impressionato dalla cupola del Brunelleschi e della bellissima vista di Piazzale Michelangelo; ma Firenze è ricca anche di opere di street art molto carine, sparpagliate per la città, come quelle di Blub, Exit e Clet, uno street-artist contemporaneo, famoso per gli sticker che attacca sui segnali stradali, che vive e lavora a Firenze e che ha lo studio in Via dell’Olmo 8r. Cari lettori se volete approfondire la conoscenza della città di Firenze, vi consiglierei di leggere il libro “Non sei mai stato a Firenze se…” di WikiPedro, edizioni Mondadori, da cui ho preso anche alcune informazioni per quest’articolo.