Chiara Volpe – Il valore più grande che possiede la scrittura è quello di fermare il tempo”. Parole di Dacia Maraini, una scrittrice e poetessa che il 7 Febbraio 2019 è stata la protagonista dell’incontro che si è tenuto presso il TEATRO RE GRILLO di Licata. La Maraini arriva sul palco con un gioioso sorriso, con un semplice ma elegante vestito, un foulard azzurro e sul viso un tocco di ombretto…è proprio una bella signora 88enne che può ancora dare tanto al suo pubblico. Nel palco una semplice scenografia: un tavolino, una sedia, una cornice, una decorazione floreale sul bordo del palco. . I giovani fanno diverse domande a Dacia, lei appunta queste domande su un quaderno e poi risponde approfondendo ogni argomento. Le chiedono del rapporto con la tecnologia, e lei risponde : “la tecnologia può essere molto pericolosa: è uno strumento democratico perché da voce a tutti, ma al contempo permette di esprimere opinioni anche a molti cretini o a gente che li utilizza per sfogare le proprie frustrazioni e il proprio odio…” Le chiedono cosa pensi del femminismo e lei risponde: ”oggi penso sia sbagliato parlare di femminismo, siamo in un periodo storico in cui questo termine è inadeguato: le lotte femministe in Italia ci hanno permesso di avere una visione familiare non più patriarcale, di abolire il delitto d’onore, di ottenere la legge sul divorzio e quella sull’aborto, diritti imprescindibli per ogni donna, conquistati dopo anni di battaglia e contestazioni…” Dacia Maraini racconta anche che lei ha conosciuto Rosa Balistreri la cantautrice Licatese: ”Rosa era una persona molto estroversa: aveva una voce disperata, dovuta alle numerose esperienze negative vissute nella sua vita; attraverso la sua voce però riusciva ad esprimere un amore smisurato per la vita: quella voce quando cantava diventava dolce come il miele.” Dacia Maraini conclude, rispondendo all’ultima domanda sul razzismo, che lei ha vissuto il vero dolore, la sofferenza e la paura nei campi di concentramento: ”Aver avuto la possibilità di ricevere testimonianze come quelle di Anna Frank o di Primo Levi ci permette di avere non solo un punto scientifico ed analitico basato su dati e numeri, ma esperienze vissute in prima persona da esseri umani come noi…hanno un valore immenso e dovremmo continuare a ricordarcene tutti.” Infine l’autrice parla del suo ultimo romanzo “ CORPO FELICE” che racconta proprio di Dacia, della perdita del figlio al settimo mese di gravidanza, del rischio di perdere la sua stessa vita e di come tutto questo si fosse trasformato in romanzo perchè “la scrittura è anche un modo per esorcizzare il dolore, per conoscersi meglio e per condividere quel dolore