Il 7 Novembre è uscito al cinema il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”. La pellicola racconta la tragica storia di Andrea Spezzacatena, un adolescente di 15 anni che si è tolto la vita nel 2012 dopo aver subito bullismo e cyberbullismo da parte dei suoi coetanei. Andrea era sempre stato uno bravissimo studente. Prendeva sempre voti alti, talmente alti che la scuola gli aveva riconosciuto il merito con una borsa di studio. Il tormento di Andrea incominciò quando, per un lavaggio sbagliato, i suoi pantaloni divennero rosa. Ma a lui non importava niente di questo, anzi, considerava il capo da lui indossato molto bello e alla moda. Questa cosa non era vista di buon occhio dai suoi compagni che iniziarono a deriderlo fino ad insultarlo e a fare commenti omofobi su di lui creando persino una pagina Facebook dove lo prendevano in giro con insulti omofobi. Gli occhi puntati su di lui, le risatine alle spalle, le botte, le offese e le pubbliche umiliazioni divennero presto un peso insostenibile per Andrea che, come un recipiente stracolmo, pronto a trasbordare, non riuscì a sopportare tutto questo. Dopo soli 6 giorni dalla sera del suo 15 esimo compleanno che aveva festeggiato con la sua famiglia e dopo aver salutato tutti, stringendo la mamma in un caldo abbraccio, decise di farla finita e si suicidò. La mamma di Andrea, dopo la morte del figlio, ha scritto un libro sulla sua storia e da allora gira nelle scuole per raccontare la sofferenza che prova per la sua perdita, sensibilizzare i giovani e cercare di abbattere il muro di silenzio e di indifferenza. Durante gli incontri con i giovani trasmette il messaggio che anche nei momenti più difficili è possibile trovare la forza per andare avanti. “La vita è un attimo, spesso a tradirla è l’attimo stesso in cui voltandoti senti di essere solo in mezzo agli altri. E la famiglia non è gli altri, almeno non sono quella parte degli altri di cui hanno bisogno nostri figli”.