//IL novello Decameron della Maiuri 5

IL novello Decameron della Maiuri 5

di | 2020-03-15T16:22:13+01:00 15-3-2020 16:06|Alboscuole|0 Commenti
_di Fabrizio Malatesta ID-Due bottegai dispettosi Dal quel giorno ogni cosa andò per il verso giusto, perché Don Antonio e Don Pasquale promisero di andare d’accordo, così la pace tornò nel rione. In un antico quartiere del Centro Storico di Napoli, vivevano Don Antonio e Don Pasquale, artigiani dalla nascita e titolari di due storiche botteghe di pastori. Tra di loro vi era molta concorrenza e grande invidia, che cresceva ancora di più, quando i clienti si fermavano ad acquistare articoli nella bottega dell’uno, piuttosto che in quella dell’altro. Così si infastidivano a vicenda come bambini ed escogitavano continui stratagemmi per danneggiarsi reciprocamente, finché un giorno la cosa sfuggì di mano. Una notte Don Antonio si recò davanti alla bottega di Don Pasquale, con in mano un secchio pieno di cera. Con una spatola la stese sul marmo adiacente l’ingresso del negozio del rivale ed appena ebbe finito, di corsa, rincasò. L’ indomani di buon’ora, Don Pasquale si recò al locale, ma non fece neppure in tempo ad avvicinarsi alla saracinesca, che cadde a gambe all’ aria. Le sue urla svegliarono il quartiere e tutti si affacciarono, compreso Don Antonio che, di nascosto, se la rideva divertito. Rottura del femore, questo provocò l’orrenda caduta al povero Don Antonio, che fu costretto a chiudere bottega. Così gli affari a Don Pasquale cominciarono ad andare alla grande, adesso che non aveva più rivali. Un giorno, però, venne a sapere che Don Antonio, a causa dell’incidente, si stava ammalando perché era costretto a stare a letto e a non poter più lavorare. Don Pasquale, perciò, fu assalito dal senso di colpa e, dopo notti insonni, decise di confessare le sue malefatte al nemico di sempre. L’ indomani si recò da Don Antonio e, dopo vari tentennamenti, gli confessò di essere l’autore del suo infortunio. Inizialmente Don Antonio si arrabbiò molto, ma, poi, perdonò l’antico avversario dicendogli che gli doveva un favore. Gli chiese di aprire il suo negozio, ormai chiuso da giorni e di aiutarlo a vendere di nuovo i pastori. Da quel giorno i due collaborarono alla crescita di entrambe le botteghe, mettendo da parte ogni rivalità e competizione.