Riverenti lettori e lettrici del Notiziario Quattrocentesco, il mio nome è Tommaso Ariedi D’Altavilla e sono redattore e giornalista del famoso bollettino locale.
Oggi sottopongo ad una curiosa intervista al celebre Johannes Gutenberg, inventore della stampa rinascimentale e la sua creazione rimarrà sicuramente nella storia come scoperta tecnologica del secolo.
Andiamo quindi a scoprire i segreti che nasconde la sua celebre invenzione!
Io e il mio team della redazione ci siamo già messi in viaggio per Magonza, nella Germania Occidentale, dove si trova la famosa bottega di Gutenberg. Appena arrivati non esitiamo nemmeno un minuto e ci dirigiamo verso la nostra meta. Quella di Gutenberg sembrava una normalissima bottega… Ci presentiamo e lo ringraziamo per la sua grandiosa scoperta, senza la quale non sarebbero mai nati i quotidiani e naturalmente il nostro famoso Notiziario. Lo seguiamo nei corridoi del Saloon fino ad arrivare alla stanza che contiene il primo prototipo della stampa ancora in funzione. Solo un primo sguardo è bastato per trovare tutte le risposte a quasi tutti i miei quesiti. Da tutti quegli utensili si poteva intuire che la tecnica adottata da Johann Gutenberg era costituita da varie operazioni. Il primo passaggio da adottare era “comporre” la pagina, cioè costruire il testo della pagina con i “tipi”, ossia piccoli pezzi di metallo che caratterizzavano le parole e per questo motivo abbiamo iniziato a sviscerare sull’argomento proponendo un’interessante intervista al nostro genio della tecnologia.
Il nostro Gutenberg inizia il suo discorso riguardo al suo meraviglioso congegno:
“Il primo passaggio da adottare è “comporre” la pagina, cioè costruire il testo della pagina con i “tipi”…
Io, redattore, lo interruppi incuriosito: “Mi scusi l’interruzione, ma che cosa intende per “tipi”?
Lui mi rispose: “Sono dei piccoli pezzi di metallo, ciascuno dei quali può stampare una delle lettere dell’alfabeto che compongono un testo.
Uno dei membri del mio team chiede a Gutenberg: “Mi scusi, come si “compongono” le pagine?
Gutenberg gli risponde: “Bisogna prendere tutti i caratteri necessari e metterli in una specie di scatola. Sulla pagina ormai composta si passa uno strato di inchiostro e poi si pone un foglio di carta su di essa, che viene pressato con un torchio. Così una pagina può essere stampata tutte le volte che si desidera!
“Accidenti!” Rispondo io “Sicuramente con un ulteriore risparmio!”
“Proprio così!” Rispose Gutenberg “Il fatto è che i caratteri mobili possono essere riutilizzati per stampare nuovi libri”.
Uno dei miei colleghi domanda a Gutenberg: “Quale libro pubblicò per primo con la stampa a caratteri mobili?”
“Naturalmente la Bibbia!” Risponde Gutenberg e continua “Pensate che con questo sistema i libri sono disponibili a prezzi molto bassi!”
Così io rispondo: “Quindi ora i libri sono un bene comune a tutti!”
“Esatto!” Risponde Gutenberg e prosegue: “Ai miei tempi il legame degli uomini di cultura e degli artisti del Rinascimento con le corti principesche, ebbe anche altre conseguenze. Infatti, da un lato gli intellettuali furono più liberi dall’influenza della Chiesa…”
Io chiedo incuriosito: “Quindi essi furono condizionati dai principi che li mantenevano?”
E lui mi risponde: “Non a caso in molte delle pitture del Rinascimento sono rappresentati principi e nobili, spesso in pose e abbigliamento da eroi, anche quando nella realtà di eroico hanno fatto ben poco”.
Io gli chiedo: “Prima di iniziare la sua attività che lavoro praticava?”
Lui mi risponde: “L’orafo, che mi permise di diventare un uomo ricco e stimato, dopo di che mi sono dedicato alla mia attività segreta”.
Incuriosito continuai:
“Come ha vissuto la sua vita nascondendo la sua attività segreta?”
Lui mi risponde con scioltezza: “In quest’epoca senza tutela, per noi inventori si può essere copiati da chiunque, purchè nessuno ci salvaguarda. Di conseguenza la mia vita segreta non è stata così semplice da proteggere”.
Concludendo gli chiedo:”Come mai ha scelto di dedicarsi a questa attività che ha tenuto segreta per anni?
Gutenberg, soddisfatto di sè e con gli occhi pieni di entusiasmo, concluse: “Io ho ideato questo macchinario così che tutti abbiano la possibilità di imparare. Questo sistema permetterà di diffondere maggiormente i libri e la cultura, che da oggi saranno davvero alla portata di tutti!”
Tommaso Ariedi, 2^G