Ogni anno, il 25 dicembre, nei paesi cristiani si festeggia il Natale, ossia la nascita di Gesù. Pur essendo prettamente una festività religiosa è anche un modo per trascorrere il tempo in famiglia e con le persone che si amano. Molti considerano questa ricorrenza un’occasione per riposare e per stare a casa, ma il vero senso che si dovrebbe attribuirle è semplicemente ricordare la nascita di Gesù bambino, attorniarsi di persone care e condividere con loro la gioia del Natale. Ovviamente, con il tempo, molti si sono dimenticati questo spirito natalizio limitandosi a fare un pasto in compagnia, a scambiarsi doni, talvolta inutili e superflui, ma assai costosi. Il Natale così perde la sua aura magica e sacrale e acquista solo un valore puramente materiale. Un italiano medio arriva a spendere circa 177 euro per i regali di familiari e amici, sebbene quest’anno ci sia stato un calo del 7% per via della crisi economica che ha investito i paesi dopo la pandemia. È pur vero che, alla fine, se si fa un regalo vuol dire che in fondo si pensi alle persone che ti circondano, ma così si perde lo spirito natalizio originario. Tutti sono sempre alla ricerca del brand più popolare e costoso, così da fare bella figura davanti a tutti e dimostrare con i soldi che valore si dà al rapporto di relazione che si ha con le persone. Purtroppo, riuscire a vivere il Natale in maniera autentica è molto difficile, se non impossibile, a causa di questo nuovo tipo di cultura, diffusa largamente dai mass media. Ormai solo poche famiglie celebrano le festività nel modo “originale”. Perciò, se questo non è materializzare un qualcosa che nasce per rallegrare i cuori e far sì che si trascorra il tempo con le persone che ci stanno a cuore allora non so cos’altro si potrebbe definire materialista.