Gli alunni delle classi III Scuola Sec. I grado di Soleto – L’undici ottobre nel nostro Istituto Comprensivo si è celebrato un momento importante di riflessione e crescita per noi ragazzi.
Sono già due anni che aderiamo alla rete del “Veliero Parlante” ed ogni anno tutte le scuole, oltre a tante attività e progetti che si possono svolgere, approfondiscono la biografia di un grande personaggio. Quest’anno il personaggio su cui abbiamo lavorato è stato Aldo Moro, ed in suo onore è stato piantato nel giardino della scuola l’albero di melograno, simbolo dell’importanza di quest’uomo.
Navigando nel web, alla ricerca di scritti e frasi celebri del grande statista Aldo Moro, abbiamo trovato una bellissima e dolcissima poesia che merita davvero di essere ricordata. Leggendola e commentandola in classe abbiamo concluso che può definirsi un vero capolavoro, soprattutto considerando in quale contesto è stata scritta.
L’abbiamo letta più volte e, non ci vergogniamo a dire, che ci siamo emozionati, abbiamo avuto i brividi, sia immaginando i sentimenti provati dalla persona nel momento in cui l’ha scritta, sia perché vengono espressi valori e una profondità che gli uomini spesso non dimostrano più, tutti presi come sono dalle logiche efficientistiche e materialistiche.
Qualcuno ha detto che si tratta di un vero “inno all’amore scritto da un condannato a morte dalle Brigate Rosse”.
La cosa che ci ha sconvolto di più è che Moro, ormai certo di morire, riesce a parlare d’amore e non di odio, si concentra sull’affetto e i legami profondi verso i suoi cari, e non cede all’odio verso i suoi aguzzini e verso tutti coloro che, un giorno prima suoi compagni di partito, amici e collaboratori, lo hanno abbandonato e gli hanno girato le spalle.
Lo abbiamo letto, e così invitiamo tutti a farlo, godendo della profondità dei sentimenti espressi, che solo persone sincere e oneste possono avere. È questa la grande lezione che Aldo Moro ci ha lasciato, alla fine di tutto, l’unico sentimento per cui vale la pena di vivere è l’amore. Un amore che in questa poesia si esplica verso la moglie , ma che nel suo agire politico è stato amore per la sua patria, per i suoi concittadini, per l’Italia.
Ecco il testo che Aldo Moro fa pervenire alla moglie, dal carcere delle BR. Mia dolcissima Noretta Credo di essere giunto all’estremo delle mie possibilità e di essere sul punto di chiudere questa mia esperienza umana. Per me è finita. Penso solo a voi. Tu curati e cerca di essere più tranquilla che puoi. Ci rivedremo, ci ritroveremo, ci riameremo. A te, devo dire grazie per tutto l’amore che mi hai dato, amore un po’ geloso che mi faceva innervosire quando ti vedevo sprofondata in un libro, ma amore autentico che resterà. Ricordati che sei stata la cosa più importante della mia vita. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si ritroverà dopo. Credo che non sarà facile imparare a guardare e a parlare con Dio e con i propri cari. Bacia e accarezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. Mentre lasciamo tutto, RESTA L’AMORE, l’amore grande per te e per i nostri frutti di tanta incredibile e imperdibile felicità. Ti abbraccio forte, Noretta mia. Morirei felice se avessi il segno di una vostra presenza. Sono certo che esiste, ma come sarebbe bello vederla.