Diretto e scritto da Jean-Pierre Jeunet, Il Favoloso Mondo di Amélie con la sua uscita nelle sale nel 2001 è ben presto diventato un’icona della cinematografia francese e mondiale. Il film si è aggiudicato innumerevoli premi dalla critica tra cui ben due British Academy per miglior sceneggiatura originale e miglior scenografia.
La pellicola, dal tono surreale e favolistico, ci proietta in una caotica Parigi, genitrice di un intreccio di vite paradossalmente generiche al cui centro troviamo lei, la protagonista e motore indiscusso di una simile storia, l’unica ed inimitabile Amélie Poulain. Il film inizia con un breve epilogo di quella che è stata l’infanzia provinciale della giovane donna, caratterizzata principalmente dall’improvvisa morte della madre e dall’isolamento della piccina dal mondo esterno. È proprio il suo desiderio di evasione da una simile vita a portarla a lavorare come cameriera in un bar della capitale e a intraprendere una vita semplice e lontana dalla freddezza del padre. La vita di Amélie viene però inaspettatamente stravolta da un conseguirsi di piccoli imprevisti e dall’entrata di nuovi personaggi nella sua vita.
La narrazione scorre veloce riportandoci una trama base minimale caratterizzata da una classica storia d’amore. La sceneggiatura però, sotto la penna di Jeunet, si anima e dà vita a vicende e dialoghi che hanno del fantastico o – peggio –del favoloso. È proprio il carattere tipico della favola che riesce a caratterizzare un film simile fornendo una chiave di lettura originale di un fatto quotidiano. La storia, infatti, seppur raccontata in terza persona, giunge allo spettatore come vista dagli occhi della protagonista, una donna di appena 23 anni incerta sul proprio futuro. La sua percezione della realtà si addice al suo carattere indubbiamente sognatore, tutto viene ingigantito ed ogni vicenda viene vista con spesse lenti dai colori caldi.
Il Favoloso Mondo di Amélie ha una fotografia e a volte un’animazione che ha dell’incredibile, da ogni sequenza ci si può aspettare qualsiasi cosa: dai mobili parlanti ai nani da giardino viaggiatori.
Il suo carattere surreale è parte integrante anche dei dialoghi, i quali, pur caratterizzati da un’apparente semplicità, riflettono spesso il sentimento inquieto e incerto della protagonista. Il film trasmette una particolare familiarità grazie al suo carattere assurdamente realistico e con la sua frizzante sceneggiatura ammalia lo spettatore per circa due ore, inoltre, anche se relativamente recente, può già essere definito un cult a cui molti di noi sono affezionati. La pellicola ci riporta delicatamente una vicenda assimilabile alla vita di tutti i giorni. Il film assume una chiave di lettura diversa per ogni età, i personaggi cambiano con il tempo e i dialoghi assumono diverse sfumature, te utto ciò rende il Favoloso Mondo di Amélie una pellicola senza tempo e infinitamente ripercorribile, un film mutevole come la vita e mosso dai sogni, l’unica sostanza di cui siamo fatti tutti noi.
Sofia Dezzi Bardeschi / 4C Liceo Classico Galileo di Firenze