di Conte Carolina-Mallia Milanes Alessandra-Serino Elvira- Le donne hanno sempre dovuto combattere per ottenere la loro indipendenza e, se oggi le donne hanno diritti (quasi) pari agli uomini, è solo grazie a ragazze coraggiose che hanno lottato con le unghie e con i denti e che spesso hanno dato la loro vita per conquistare la tanto desiderata libertà. Una di queste è Franca Viola, la prima a opporsi alla crudeltà di una legge italiana, che è rimasta tale fino al 1981. Questa legge contemplava la pratica di estinguere il reato di violenza carnale, quale lo stupro, se il malfattore decideva di sposare la vittima. Circa 42 anni fa viene abolita questa legge, insieme a quella del delitto d’onore, che era stata introdotta con il codice Rocco di epoca fascista nella quale la società che era profondamente ispirata alla visione della donna come nient’altro che un oggetto da possedere e sottomettere. E proprio questa la concezione nelle due leggi del codice rocco, nell’ art. 544 il matrimonio riparatore e nell’ art. 587. Il primo di questi recita una regola agghiacciante: se vuoi una donna, prenditela con forza, poi la sposi e passa tutto; e perciò a pagarne le conseguenze sono sempre le donne, costrette a vivere con la condanna non solo dell’incancellabile ferita ma anche accanto al medesimo mostro che l’aveva causata. Un po’ come se essa non fosse altro che un vaso che si può tranquillamente rompere e comprarne, poi, i cocci. Spesso era stesso la famiglia della vittima a spingere le nozze per salvare la faccia, nei casi in cui occorreva porre rimedio aveva una cosiddetta situazione disonorevole come una fuga d’onore o una gravidanza. A proposito di salvare le apparenze, il delitto d’onore riteneva che per chi causasse la morte del coniuge della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione e nello stato d’ira determinato dall’ offesa recata al suo onore, erano previste pene ridotte da 3 a 7 anni. Questa idea di salvaguardare il buon nome ha origini antiche, che risalgono già nell’ antica Roma in cui la donna era considerata niente più che un essere inferiore, privato dalla libertà e ritenute adatte soltanto a prendersi cura dei figli e della casa. Questa visione si è protratta nel tempo, e nonostante donne come Franca Viola sono riuscite a far si che accadessero così importanti rivoluzioni, ancora oggi non si è ancora raggiunta la parità di genere.