di ANDREA BUCACCIO, RICCARDO CIOCIARINI, NICOLO’ MARCO PACELLA –
Il cambiamento climatico è la sfida chiave del nostro tempo. Le rilevazioni confermano ciò che i ricercatori affermano ormai da decenni, con prove consistenti: la Terra si sta surriscaldando, soprattutto a causa dell’enorme quantità di anidride carbonica immessa ogni anno nell’atmosfera per mano dell’uomo.
La NASA ha a disposizione un registro di dati che coprono con accuratezza gli ultimi 140 anni, dal quale si evince chiaramente un’anomalia nell’aumento della temperatura nella progressione storica delle rilevazioni. L’ultimo quinquennio ha raggiunto le temperature più elevate mai registrate nella storia, e 18 dei 19 anni più caldi si sono verificati a partire dal 2001. Gavin A. Schmidt, responsabile del gruppo di ricerca che ha condotto le ultime analisi, ha detto che: “Non stiamo più parlando di una situazione in cui il riscaldamento globale è nel futuro. È qui. Sta succedendo ora”. La nostra generazione è la prima a sperimentare il rapido aumento delle temperature in tutto il mondo e probabilmente l’ultima che effettivamente potrà combattere l’imminente crisi climatica globale. Il nostro pianeta è vicino a un punto di non ritorno, come testimoniano le sempre più intense e frequenti ondate di calore, inondazioni, siccità e frane, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello dei mari. Le carenze delle risorse idriche e la crisi dei raccolti sono solo alcuni dei risultati immediati di questa situazione. Solo in Europa l’esposizione a fattori di rischio ambientale è costata la vita a 1,4 milioni di persone, determinando l’insorgenza di più di cento malattie. Tuttavia, non solo gli umani ne subiscono gli effetti: il governo australiano, infatti, ha dichiarato il Melomys rubicola, un roditore della famiglia dei muridi, la prima specie estinta a causa del riscaldamento globale.
Per fortuna qualcosa sta cambiando e questo cambiamento viene proprio da noi giovani. Ad ispirare l’attivismo di moltissimi ragazzi e ragazze è stata Greta Thunberg, sedicenne svedese salita agli onori delle cronache lo scorso settembre quando, per tre settimane consecutive, ha scioperato da scuola per andare tutte le mattine sotto il Parlamento svedese a chiedere immediate azioni a favore dell’ambiente. Dalla sua intraprendenza è nato il movimento School Strike 4 Climate Action che ha cominciato a coinvolgere giovani di tutta Europa e a coordinare scioperi di massa ogni fine settimana. Lo scorso gennaio, in Belgio, oltre 32 mila ragazzi delle scuole superiori hanno sfilato per le vie di Bruxelles per rilanciare le istanze di Greta e chiedere azioni concrete per un mondo vivibile nei prossimi 60 anni, quelli in cui spetterà ai più giovani prendersi cura del pianeta. In Germania, 30 mila ragazzi di 50 città diverse hanno scioperato seguendo il motto “Perché imparare se non ci sarà un futuro?”.
Durante la settimana del WEF (Word Economic Forum), almeno 20 mila studenti sono scesi in piazza tra Svizzera, Belgio e Germania.
Anche in Australia si sono registrate manifestazioni record di giovani che, seguendo l’esempio di Greta, saltano la scuola per far valere il proprio diritto a un mondo vivibile. I giovani attivisti lottano affinché le vecchie generazioni si assumano la responsabilità per il disastro che hanno creato nell’ambiente in cui si aspettano che noi giovani vivremo. “Non è giusto che spetti a noi pagare per quello che hanno fatto. Vi chiediamo di mettervi dalla parte giusta della storia: vi chiediamo di fare tutto il possibile per spingere le vostre economie e i vostri governi a limitare il surriscaldamento globale a 1,5° C” sostiene ormai da diversi mesi la giovane attivista svedese.