//I giochi d’infanzia dei nostri genitori (anni ’80)

I giochi d’infanzia dei nostri genitori (anni ’80)

di | 2020-01-22T07:48:46+01:00 22-1-2020 7:48|Alboscuole|0 Commenti
di Denise Rossi e Nicole Rossi Classe 3^ A. –  I nostri genitori ci raccontano sempre quanto si divertivano a giocare in gruppo con tutti gli amici e amiche. C’erano sempre bambini e ragazzi che scorrazzavano nei campi e sotto i portici. Qui sotto sono riportati i giochi più praticati come ci raccontano sempre i nostri genitori .  Si giocava a ”Campanone”: con un gessetto si disegnava  sui masegni dei quadrati con un numero in centro. Si poteva giocare sia con gli occhi chiusi che con gli occhi aperti . Il gioco consisteva nel tirare un sassolino in uno dei quadrati e si doveva arrivare fino alla fine utilizzando una o due gambe in base alla posizione dei quadrati: una se il quadrato era uno, due se un quadrato ne aveva affianco un altro. Un altro gioco era ‘’l’elastico”. Se si era in tre, due tenevano l’elastico con le gambe e l’altro doveva fare delle ”mosse’‘ spostando i piedi in varie zone dell’elastico e infine saltare. Se si era in due si giocava con le mani: uno teneva l’elastico con le mani e l’altro muoveva le dita sopra e sotto per creare delle specie di ragnatele sempre diverse e bizzarre . Un altro gioco era il ”Maxipindolo”, un ragazzo aveva in mano una specie di mazza  e doveva colpire una specie di pennetta lanciata dall’avversario in velocità. Colui che la colpiva doveva gridare ‘Maxi’ e quello che la tirava ‘Pindolo’. Un atro gioco, ancora divertente e semplice è il ”Tacco”. Si tagliava un cerchio da un  pallone rotto, che faceva da ”ventosa”, questa veniva lanciata più vicina al boccino e se si era fortunati si spostava anche quella avversaria . Poi c’era: ‘un, due, tre stella’. Un giocatore stava girato di spalle e contava dicendo un, due, tre, stella! Nel frattempo gli altri giocatori dovevano muoversi senza farsi vedere e quando il giocatore girato di spalle finiva di contare tutti dovevano stare immobili e se qualcuno si muoveva doveva tornare indietro. Vinceva chi arrivava per primo vicino al giocatore girato di spalle.  Il gioco della corda appassionava grandi e piccoli. Era molto lunga e pesante. Mentre due la giravano gli altri, a turno, entravano e uscivano senza toccarla, nel frattempo gli altri che aspettavano contavano i salti che faceva il ragazzo che stava saltando oppure cantavano una canzoncina. Quando si era in tanti, invece, si poteva giocare al tiro alla fune. I palloni erano sempre presenti: o si giocava a calcio o a pallavolo, a palla avvelenata oppure a basket. Quando le reti dei pescatori erano legate da un lampione all’altro si giocava a tennis con le racchette . Con le Barby e i Ken ci si perdeva a giocare e ad inventare sempre storie nuove. Tutti portavano un pezzo della collezione, per esempio la casa di campagna, il camper, la barca . Stando sempre in compagnia .  Erano anni felici e spensierati. Anni ormai lontani che non hanno niente a che vedere con i tempi nostri, tutti attaccati al cellulare, ognuno per conto suo e pochissimi giochi nei campi, resiste il gioco del calcio e qualche gruppetto gioca ancor a pallavolo.  I gessetti il più delle volte servono solo per sporcare per terra, senza aver avuto il desiderio di giocarci un po’. Il ”Campanone” ormai dimenticato, si trova solo qualche disegno buttato là . Peccato però, deve essere stato bello vivere un’infanzia spensierata e allegra come quella dei nostri genitori, comunque qualcosa ce l’hanno tramandata e a noi ha fatto davvero piacere, sicuramente anche noi tramanderemo ai nostri figli questi bei giochi, poveri ma tanto pieni di felicità.