Di Anna Grazia Petrelli – Sono un’insegnante di sostegno, insegno in una scuola primaria e ci tengo a spiegare ai bambini cos’è questo coronavirus.
Il Coronavirus è un virus che passeggia per le strade di tutta Italia. Per non farci trovare dobbiamo restare a casa. È un po’ come giocare a nascondino. Se lui non ci trova andrà via e vinceremo!
Purtroppo restare a casa significa non andare a scuola e non vedere maestre e compagni e ci facciamo aiutare dalla tecnologia utilizzando la didattica a distanza. Grazie a questo siamo in contatto con i nostri bambini che svolgono quotidianamente tutte le attività e leggono e ascoltano attentamente le nostre spiegazioni dietro uno schermo.
Ma in tutto questo come si fa a lavorare a distanza con i nostri bambini speciali?
Mi riferisco a quei bambini che per comunicare hanno bisogno di guardarti, di toccarti e di utilizzare una comunicazione non verbale fatta di gesti, di sorrisi e di abbracci.
I primi giorni mi sembrava impossibile pensare di poter continuare tutte quelle attività quotidiane che giorno dopo giorno avevo pensato e costruito.
Invece grazie alla tecnologia riusciamo ad essere in contatto con il nostro alunno che sta continuando a consolidare con l’aiuto della famiglia gli obiettivi che ci eravamo prefissati a inizio anno.
Ci scambiamo giornalmente informazioni, chiariamo insieme eventuali dubbi su attività e stiamo cooperando insieme per una buona didattica inclusiva a distanza.
Il Coronavirus ci sta mettendo alla prova, dobbiamo reinventarci e fare un salto di qualità verso tutti i bambini, soprattutto verso i nostri bambini speciali.
Andrà tutto bene, ne sono sicura.