di Panfilo Bartolomeo 3^ B. – Dedico quest’articolo ad un personaggio giapponese di rilievo nel mondo della ‘settima arte’ che ha una lunga carriera nel campo cinematografico ma soprattutto in quello del fumetto e in particolare dell’animazione.
Dopo aver conquistato la fama firmando la regia del film d’animazione ‘Nausicaa della Valle del Vento’ (titolo originale ‘Kaze No Naushika’), distribuito nel 1984, la stima del pubblico nei confronti del ‘maestro’ Hayao Miyazaki è cresciuta e si è consolidata con il successivo ‘Laputa-Castello nel cielo’ (titolo originale ‘Temku No Shiro Rapyuta’) che fu distribuito nel 1986.
Nel 1988 all’indomani ti tali clamorosi successi, un gran numero di fan, di colleghi e di addetti ai lavori guardava con profondo interesse alla nuova opera cinematografica che il regista Miyazaki aveva in cantiere.
Sottoposto a grandi pressioni, ma colmo di fiducia, Miyazaki aveva infatti presentato senza esitazioni un nuovo progetto dal titolo ‘Il mio vicino Totoro’ che venne prodotto nello stesso anno.
Hayao Miyazaki aveva vissuto con questa idea in testa per dieci anni, durante i quali non aveva mai smesso di sognare di realizzarla prima o poi.
In questo film di animazione l’ambiente si differenzia dalle sue opere precedenti, infatti la scena si trasferiva in terre immaginarie della campagna giapponese dei primi anni 50′.
Il cast, prima composto da giovani valorosi, ma poi vedeva protagoniste due ordinarie bambine e sorelle di 10 e 4 anni.; le macchine potenti e veloci avevano lasciato il posto agli spiriti, frutto dell’immaginazione.
Il maestro Miyazaki osava perciò lanciarsi in una nuova sfida, rischiando di perdere non solo il filo conduttore della sua precedente produzione e con questa sua opera desiderava costruire un ponte ideale per narrare e far scoprire la natura.
Questa pellicola ebbe molto successo e si aggiudicò nel 1988 il premio’ Animage Anime Grand Prix’ e nel 1989 il premio ‘Mainichi Film Concours’ come miglior film della categoria.